ROMA È stata portata a termine l’ispezione mirata nel carcere di Rossano Calabro (Cosenza) disposta dal ministro della Giustizia Andrea Orlando, a seguito della denuncia dell’on. Enza Bruno Bossio riferita alle condizioni detentive riscontrate personalmente dalla parlamentare nell’istituto penitenziario. Gli ispettori, secondo quanto si è appreso, sono arrivati già lunedì scorso ed avrebbero terminato il loro lavoro la sera stessa. Dal carcere, intanto, nessun commento, né da parte del direttore Giuseppe Carrà, né dalla polizia penitenziaria, dal momento che in istituto si attende di sapere l’esito dell’ispezione. Nel carcere di Rossano sono attualmente ospitati 260 detenuti, il 70% dei quali sta espiando una pena definitiva, 36 all’ergastolo, con un sovraffollamento, secondo un recente studio di Demoskopika, del 25,2%. Nell’istituto c’è anche una sezione di alta sicurezza dedicata ai terroristi islamici nella quale sono reclusi in 15.
Nei giorni scorsi, il Sappe, il sindacato della polizia penitenziaria, ha reso noto che gli agenti avevano sventato un tentativo di evasione di un gruppo di detenuti che stavano allargando le sbarre delle finestre per calarsi con le lenzuola.
Sabato scorso, Bruno Bossio si era recata nel carcere calabrese per una visita a sorpresa. Subito dopo aveva scritto al Garante dei detenuti del Lazio per denunciare condizioni di detenzione inumane e degradanti e i tentativi del personale della struttura per impedirgli l’accesso e la visita nelle varie sezioni del carcere, nonostante il proprio status di parlamentare.
Riguardo alle segnalazioni della parlamentare calabrese, Angiolo Marroni, Garante dei detenuti del Lazio, ha detto: «Ho ricevuto proprio in queste ore una dettagliata relazione da parte del deputato del Pd Vincenza Bruno Bossio sulla situazione del carcere di Rossano Calabro. Auspico che il ministro della Giustizia Andrea Orlando verifichi al più presto, come richiesto dal deputato, se siano rispettati i diritti fondamentali delle persone che sono ristrette in quella struttura».
«Quanto denunciato dall’on. Bruno Bossio – ha aggiunto Marroni – è grave ed inquietante e riporta le lancette della storia bruscamente indietro nel tempo, a comportamenti non degni di un Paese democratico. Spetta alle istituzioni fare piena luce sulla vicenda ed accertare eventuali responsabilità partendo da un dato di fatto incontrovertibile: le carcere fanno parte a pieno titolo della nostra società e certamente non sono luoghi franchi, dove è possibile sospendere regole e diritti».
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