ROSSANO «Non abbiamo nulla da nascondere. Non abbiamo nulla da temere dall’ispezione
ministeriale nel carcere di Rossano dopo le accuse della parlamentare Enza Bruno Bossio». È quanto afferma, in una nota, Donato Capece, segretario generale del Sindacato autonomo
polizia penitenziaria (Sappe). «Apprezzo la tempestività – prosegue Capece – con cui si è
attivato nel merito il ministro della Giustizia Orlando, collega di partito della deputata: una solerzia sorprendente, viste che le molte interrogazioni sulle critiche condizioni di lavoro dei
poliziotti penitenziari in varie sedi d’Italia restano da tempo senza risposta. Mi chiedo però perché Bruno Bossio non si è rivolta a un magistrato se era convinta di trovarsi di fronte a
reati. E, ancora, vorrei domandarle cosa ha fatto fino ad oggi per dare una soluzione ai problemi penitenziari della Calabria caratterizzati principalmente dall’assenza di un Provveditore regionale in pianta stabile, figura istituzionale autorevole che deve rappresentare l’anello di congiunzione tra il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e le realtà locali e territoriali calabresi, visto che a noi non risulta fatto alcunché ed è grave che da oltre 3 anni il ministero non abbia ritenuto di colmare questa importante assenza». «Se fosse vero – sostiene ancora il segretario del Sappe – che si è tentato di impedire l’ingresso della parlamentare in carcere sarebbe un episodio gravissimo, visto che anche l’ultimo degli agenti neo-assunti sa che i parlamentari possono visitare le carceri senza alcun autorizzazione preventiva. Un funzionario comandante di Reparto non può non saperlo. Vorrei però che la deputata Bruno Bossio prendesse l’impegno di visitare con noi del primo sindacato degli agenti le carceri, anche per vedere come lavorano i nostri colleghi». (0090)
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