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Locri, il sindaco "denuncia" i fannulloni a Gesù Cristo

LOCRI Non era mai successo che un sindaco “denunciasse” i dipendenti del suo Comune a Gesù Cristo. Capita a Locri, dove Giovanni Calabrese è un po’ esasperato dalle «continue e ripetute condotte di…

Pubblicato il: 20/08/2014 – 16:54
Locri, il sindaco "denuncia" i fannulloni a Gesù Cristo

LOCRI Non era mai successo che un sindaco “denunciasse” i dipendenti del suo Comune a Gesù Cristo. Capita a Locri, dove Giovanni Calabrese è un po’ esasperato dalle «continue e ripetute condotte di alcuni dipendenti comunali che “immobilizzano” l’apparato burocratico e si comportano in maniera poco corretta sul posto del lavoro, tralasciando il senso del dovere». La richiesta di intervento ultraterrena arriva dopo qualche tentativo più prosaico con la Procura della Repubblica, la guardia di finanza e i carabinieri. Visto che non c’è stato nulla da fare, non restava che interpellare le sfere celesti («mi rivolgo a te – scrive il sindaco – non sapendo a chi altro rivolgermi»). La provocazione coglie il segno, ma il problema sono i comportamenti denunciati: «Dopo un anno, anche alla luce della mia precedenza esperienza amministrativa, sono costretto ad affermare che solo una minima parte dei dipendenti comunali lavora in modo serio e onesto, mentre tanti altri stanno a guardare in attesa che arrivi il fatidico “ventisette” per potersi vedere accreditato in banca l’importante, ma non sudato stipendio». È un atto d’accusa molto duro, che arriva dopo averle «provate tutte. Provato a dialogare, provato a definire tutte le vertenze tra dipendenti e Comune, assurda e diffusa modalità per rivendicare diritti che sembrano essere inversamente proporzionali all’impegno profuso, garantito lo stipendio tutti i mesi compreso le mensilità che mancavano al momento del mio insediamento».
Sono arrivati anche i provvedimenti disciplinari, senza ottenere risposta. E poi gli appelli alle forze dell’ordine. Ma gli esempi «del cattivo funzionamento derivante dall’insolenza di questi signori» non mancano. Eccone uno: «Mi si diceva che l’elettricista comunale, che ancora oggi continua a lavorare con modalità di libero professionista all’interno della pubblica amministrazione non poteva sostituire le lampadine perché non c’erano soldi per comprarle e dovevano provvedere i cittadini. Grazie a qualche buon amico sono riuscito ad avere 15mila lampadine gratuitamente, ma non mi sembra che niente sia cambiato. Le lampadine sono tutte stipate in un deposito, molte zone della città continuano a rimanere al buio e l’elettricista continua ad essere “uccel di bosco”. Solo grazie al gratuito intervento di qualche amico sono state sostituite le lampade della via Matteotti». Fiat lux, tanto per stare alle espressioni religiose. Buio pesto, invece, per la polizia municipale, che, «per come denunciato nei giorni scorsi continua a “dormire” in attesa speriamo presto di qualche brusco e brutto risveglio. In circa otto mesi sono state elevate meno di 400 sanzioni stradali in una città in cui regna “l’anarchia stradale” e l’altro giorno sono stati bravissimi nell'”ostacolare” il percorso della Madonna Immacolata nostra Reverendissima Patrona». I controlli sull’abusivismo edilizio non esistono e «il personale addetto alla raccolta dei rifiuti continua ad essere colpito da improvviso malattia ed il carico di lavoro ricade solo ed esclusivamente su pochissimi addetti ai quali va il ringraziamento della città».
Fosse stato per lui, Calabrese avrebbe nominato «dirigente del settore Ambiente il “netturbino” Salvatore Saccà – nel ruolo di giocatore/allenatore e direttore generale il pensionando Giuseppe Marrara quali pochi esempi di lavoratori seri, educati e integerrimi».
«Proprio ieri – continua il sindaco – un dipendente è “fuggito” dal posto di lavoro – raccolta rifiuti – giustificando poi con alcune complicità un improvviso stato di malessere. Stesso malessere che oggi da “dipendente in malattia” gli consente di bivaccare in giro per la città». Un disastro, rispetto al quale il primo cittadini chiede a Gesù «di starmi e starci accanto, di aiutarci a superare lo sconforto quotidiano, di fare il miracolo di far comprendere che per superare difficili da situazioni è necessario l’aiuto e il sostegno di tutti». (0020)

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