ROMA Alle autorità italiane non risulta che al momento Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, le due volontarie rapite in Siria, nella zona di Aleppo, alla fine di luglio, siano nelle mani delle milizie jihadiste dello Stato islamico (Is). Lo ha ribadito il sottosegretario al ministero degli Esteri, Mario Giro. «Non ci risulta che le affermazioni del Guardian corrispondano alla verità», ha detto Giro, contattato telefonicamente, alludendo all’articolo pubblicato giovedì del quotodiano britannico che segnalava che altri quattro stranieri – due ragazze italiane, un danese e un giapponese –erano ostaggi dello Stato islamico.
«Le ipotesi sono tante, si lavora in ogni direzione e l’Italia come sempre non abbandona nessuno», spiega il sottosegretario, aggiungendo che «sulla questione però occorre mantenere il massimo riserbo». Giro infine conferma che il governo italiano «farà tutto il possibile perché siano liberate, come speriamo sia fatto presto».
Nei giorni scorsi, prima della rivelazione del Guardian, il quotidiano panarabo al Quds al Arabi, pubblicato a Londra, aveva scritto che le due volontarie «potrebbero essere rilasciate nelle prossime ore». Nell’edizione cartacea del giornale di mercoledì, una fonte sostiene che un gruppo di ribelli islamici, Ahrar ash Sham, avrebbe catturato uno dei rapitori della cosentina Vanessa e Greta, il quale avrebbe confessato che «stava trattando con le autorità italiane per raggiungere un accordo su un riscatto». Il rapitore sarebbe «membro di una brigata dell’opposizione siriana» e dunque non dello Stato islamico, e sarebbe stato catturato nei pressi di Sarmada, località a ridosso del confine con la Turchia nella regione di Idlib. (0050)
x
x