ROMA Ottomila partecipanti per 34 campi di volontariato estivo: è il bilancio di “E!state liberi”, l’iniziativa di Libera contro le mafie, che da 11 anni, sui terreni confiscati alle mafie, organizza campi di volontariato.
Tanti giovani, ogni anno in aumento, scelgono infatti di fare un’esperienza di volontariato e di formazione civile sui terreni confiscati alle mafie gestiti dalle cooperative sociali di Libera Terra. Segno questo, sottolineano i promotori di Libera, di una volontà diffusa di essere “protagonisti” e di voler tradurre questo impegno in una azione concreta di responsabilità e di condivisione.
L’obiettivo principale dei campi di volontariato sui beni confiscati alle mafie è quello di diffondere una cultura fondata sulla legalità e giustizia sociale che possa efficacemente contrapporsi alla cultura della violenza, del privilegio e del ricatto. Si dimostra così, che è possibile ricostruire una realtà sociale ed economica fondata sulla pratica della cittadinanza attiva e della solidarietà. Caratteristica fondamentale di “E!State Liberi” è l’approfondimento e lo studio del fenomeno mafioso tramite il confronto con i familiari delle vittime di mafia, con le istituzioni e con gli operatori delle cooperative sociali. La giornata dei volontari infatti, si svolge generalmente in questo modo: la mattina, per almeno tre ore, c’e’ il lavoro di campo, il pomeriggio vengono organizzati momenti di formazione e approfondimento sul fenomeno delle mafie, grazie a testimonianze dirette, e la sera è il momento privilegiato per attività ludico-culturali.
«I giovani volontari costituiscono uno spaccato del nostro Paese di cui si parla poco purtroppo – ha detto Roberto De Benedittis, 50 anni, responsabile da 3 dei campi di volontariato di Libera – grazie al loro lavoro la produzione agricola è notevolmente cresciuta, come anche l’opera di risistemazione dei beni si è fortemente velocizzata».
L’80% dei volontari sono giovani tra i 18 e i 24 anni, ma non c’è nessun discrimine di età, tutti sono ben accetti. Sono tante anche le domande di adesione da parte dei minori, circa 1000 ogni estate, ma Libera riesce ad accettarne solo 200-250.
«Sui beni confiscati – dice De Benedittis – la politica dello Stato è a due facce: da una parte è giusto che vi siano controlli accurati prima dell’affidamento di un bene, dall’altro però questi passaggi sono eccessivi: dal sequestro di un bene all’affidamento di una cooperativa passano, mediamente, 12 anni. E così il bene si depaupera o viene vandalizzato». I campi di volontariato durano 7 giorni, in alcuni casi, per determinate esigenze formative, possono essere di 10 giorni. Generalmente il lavoro dei volontari è concentrato sull’agricoltura – dalla coltura delle melanzane a luglio alla vendemmia a settembre – oppure punta alla sistemazione di un bene confiscato ai clan per restituirlo alla collettività e quindi utilizzarlo. Libera sta anche valutando se far partire campi di volontariato durante l’autunno e l’inverno.
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