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Le primarie? Una foglia di fico!

Allora vediamo di capire qualcosa partendo dai dati certi:1) La Calabria è lo zimbello del Paese, tagliando il traguardo del 123esimo giorno di vacatio democratica, laddove la legge impone di votar…

Pubblicato il: 29/08/2014 – 13:45
Le primarie? Una foglia di fico!

Allora vediamo di capire qualcosa partendo dai dati certi:
1) La Calabria è lo zimbello del Paese, tagliando il traguardo del 123esimo giorno di vacatio democratica, laddove la legge impone di votare entro novanta giorni dalla presa d’atto delle dimissioni del presidente.

2) Il consiglio regionale sta producendo atti nulli e assolutamente impugnabili da chiunque avrà interesse o desiderio di farlo. Semplicemente per un fatto: è da 123 giorni un organismo incompleto, manca di un consigliere regionale mai surrogato. Trattasi del dimissionario – e in ogni caso sospeso – ex presidente Peppe Scopelliti. La legge, quella che in Calabria non trova mai accoglienza, impone come propedeutico ad ogni altra attività di un organismo elettivo il ripristino della sua dotazione organica. Insomma, se i consiglieri, per Statuto, erano cinquanta, cinquanta debbono continuare ad essere, pena la nullità di ogni deliberazione adottata in carenza della completezza dell’organismo deliberante.
3) Ipocritamente vanno cianciando, nelle ospitali pagine dell’informazione calabrese, una moltitudine di consiglieri regionali che invocano “il voto subito”. Li abbiamo contati e risultano essere larga maggioranza. Li abbiamo invitati ad essere coerenti con le cose che dichiarano e rassegnare le dimissioni dal consiglio regionale. Non hanno neanche preso in considerazione una risposta. Primi fra tutti brillano per questa dicotomia tra “idea e azione” i consiglieri del Pd che, anzi, continuano a prestare la loro opera saccheggiatrice dell’immagine e delle casse regionali, come dimostra la presenza (determinante) e il voto (determinante) del vicepresidente del consiglio regionale Pierino Amato (Pd) nell’ultima semiclandestina riunione dell’Ufficio di presidenza che ha regalato 3,5 milioni di euro a dirigenti vari, nonostante il veto espresso dai revisori dei conti.
Con questo scenario alle spalle una classe dirigente, vecchia, inaffidabile, incolta, arrogante e impunita si gingilla da mesi, non senza la complicità di attori istituzionali, giornali e via dicendo, con quella micidiale arma di distrazione di massa che sono diventate, a queste latitudini, le “primarie”.
E qui quei brandelli superstiti di coerenza, credibilità e trasparenza sono andati irrimediabilmente in malora.
La presidente facente funzioni, che ha interpretato alla lettera il termine, nel senso che ritiene di fare solo ed esclusivamente le funzioni di Peppe Scopelliti non già dell’Istituzione, scopre le “primarie istituzionali”, ha saltato per intero i capitoli precedenti della legge elettorale, ha ignorato l’imperfetta, perché incompleta, composizione del consiglio regionale, ha ignorato l’obbligo di indire i comizi elettorali «non prima del 45esimo e non oltre il 90esimo giorno» dalle dimissioni del presidente e si è concentrata sulla convocazione delle “primarie”.
Servono al centrodestra per prendere altro tempo e al vecchiume del centrosinistra per evitare che la logica del cambiamento abbia la meglio su quella degli apparati. Vi concorrono due pentiti: Franco Corbelli e Mario Maiolo.
Corbelli è pentito di avere originariamente detto (e parliamo di pochi giorni fa) che Mario Oliverio è il presidente ideale per la Regione Calabria e che lui lo avrebbe convintamente appoggiato.
Maiolo ha fatto di più: si è pentito in corso d’opera, nel senso che, come certifica una nota ufficiale della Regione Calabria, prima ha fatto presentare la sua candidatura corredata di firme e poi ha inviato un fax per ritirarla (a proposito, è stato lecito restituire le carte dopo la loro formale presentazione alla Presidenza della Regione Calabria?).
Del resto Mario Maiolo, se è vero che solo gli stupidi non cambiano mai idea, è il protagonista della scena politica calabrese più intelligente di tutti: cambia idea continuamente. Iniziando da quando ha firmato per la candidatura di “superamento” di Massimo Canale, ma il giorno dopo ha lasciato che la sua associazione di riferimento (“Amici della Calabria”) candidasse in alternativa lo stesso Maiolo.
Così lasciando sconcertati anche quanti non avevano visto male una sua candidatura: ci vuole troppo ad essere chiari e lineari? Invece di logorare la propria immagine con queste piroette, non era più corretto mettere in campo la propria candidatura punto e basta?
Adesso siamo qui e il rischio di uno sputtanamento totale che spalanca le porte al più becero populismo non è più un rischio ma quasi una certezza. (0050)

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