CATANZARO La data del 12 ottobre «deve slittare». Antonella Stasi aspetta la scadenza dei termini per la presentazione delle candidature alle primarie istituzionali per annunciare un nuovo rinvio del voto. «Il percorso istituzionale della Regione – spiega la presidente facente funzioni dell’esecutivo regionale – è chiaro, lo era sin da sempre. Ma visto che alcuni tentano, ancora una volta, di confondere le acque, attribuendo responsabilità alla giunta, è opportuno nuovamente, fare chiarezza, certa che i calabresi hanno già capito tutto. Convinti nella bontà dell’immediato ricorso alle urne e accogliendo l’invito da più parti politiche, assieme alla giunta che ho l’onore di presiedere, avevamo stabilito una data per le elezioni regionale, il 12 ottobre prossimo. Avevamo altresì condizionato la firma del decreto alla possibilità che le forze politiche decidessero di utilizzare l’istituto delle primarie istituzionali. La modifica alla relativa legge, votata da quasi tutto il consiglio regionale, ci imponeva di attendere sino ad oggi, 29 agosto. E oggi c’è una forza politica che ha deciso di avvalersi delle primarie istituzionali (Diritti civili, ndr). Per questo motivo, così come prevede la legge, ribadendo quanto già dissi qualche settimana fa, la data del 12 ottobre per le votazioni regionali, a questo punto deve slittare».
La Stasi si augura che «almeno questa volta ci sia il buon gusto da parte del Pd di evitare attribuzioni di colpe verso la giunta regionale che probabilmente servono a nascondere le proprie difficoltà, secondo il sempre attuale motto che è meglio attaccare che difendersi». Infine, la risposta a Confindustria «per il monito fatto ai partiti politici: conosciamo bene le difficoltà della Regione Calabria, le stesse peraltro delle altre Regioni del Sud Italia, i cui indici negativi devono far riflettere e agire. Ma la giunta regionale in questi 120 giorni non è stata latitante, ha lavorato alle emergenze, risolvendole e concentrandosi anche verso le diverse criticità dell’economia e del lavoro. Ci aspettavamo da parte di un’associazione autorevole come quella degli industriali una riflessione più diretta e mirata, senza sparare nel mucchio. Come istituzioni siamo tenuti a governare senza lasciare vuoti ed a rispettare la legge. I partiti, invece, hanno dimostrato in questi giorni di agire attraverso tatticismi per governare le turbolenze interne, proprio come quelle vissute oggi, a prescindere dalle conseguenze».
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