Rinuncia anche Speranza

LAMEZIA TERME E anche Speranza si “tira fuori” dalle primarie istituzionali. Il sindaco di Lamezia, dopo la scelta del Pd e «una lunga, serrata, discussione, durata fino a notte», ha deciso di non partecipare alle primarie istituzionali del 21 settembre. Ad annunciarlo è il segretario regionale di Sel, Mario Melfi, secondo cui le ragioni che hanno spinto Speranza al passo indietro «sono state quelle di non offrire il destro a un centrodestra che persegue l’obiettivo di dilazionare i tempi il più possibile sul voto delle elezioni regionali, per continuare a (dis)amministrare la Calabria e allontanare il sospetto nei calabresi, alimentato da pseudo-moralisti, di sperperare il denaro pubblico per una nuova trovata di finanziamento pubblico ai partiti. Pseudo-moralisti, è giusto ricordarlo, che non hanno lesinato di offrire negli anni importanti prebende a consulenti e avvocati in tutti i settori della vita amministrativa regionale ad iniziare da quello della sanità».
Ovviamente per Speranza resta sempre aperta la porta delle primarie “interne”, che dovrebbero essere celebrate il 14 settembre. «Corre l’obbligo, per tutti noi di Sel – continua Melfi – ringraziare Gianni Speranza, che fin da subito stava conducendo una competizione a governatore improntata sui reali problemi che vivono i calabresi, esponendo progetti per il loro superamento: da quelli della disoccupazione, legalità, diritti civili, a quelli della sanità, infrastrutture, diverso utilizzo dei fondi comunitari. Sel auspica che, dopo la fissazione della data del voto, la coalizione di centrosinistra possa coerentemente ed unitariamente riadire le primarie di coalizione, indicate come possibili dal Pd per il 14 settembre, strumento che riteniamo utile e necessario per continuare a parlare con la gente di Calabria. Sel, coerentemente con quanto fatto fino ad oggi, vorrà e sarà della partita».
C’è pure spazio per polemiche interne: «Sel – dice il segretario vendoliano – ha aperto il cantiere della sinistra per affrontare la competizione elettorale. Prende atto che Rifondazione comunista si “rifugia” nel comodo recinto della mera contestazione ed elencazione della spesa, non lasciando spazio a un’idea di governo nuova e necessaria per voltare pagina in questa nostra terra ma, nello stesso tempo, non può non sottolineare che altre forze di sinistra condividono un possibile percorso unitario».