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Cento giorni per una cartella clinica

«Un cristiano sa dare. La sua vita è piena di atti generosi – ma nascosti – verso il prossimo». È bastato un tweet di Papa Francesco dall’account Pontifex, per “gelare” l’Ice Bucket Challenge, vira…

Pubblicato il: 30/08/2014 – 17:40
Cento giorni  per una cartella clinica

«Un cristiano sa dare. La sua vita è piena di atti generosi – ma nascosti – verso il prossimo». È bastato un tweet di Papa Francesco dall’account Pontifex, per “gelare” l’Ice Bucket Challenge, virale campagna con secchiate di acqua gelida per sostenere la raccolta fondi per la ricerca contro la Sla (Sindrome laterale amiotrofica) cui il Pontefice era stato chiamato a partecipare dalla cantante Shakira. Nella vita servono gesti concreti più che eclatanti. E serve alleviare la sofferenza, non solo fisica, che alcune malattie comportano. Non servono, infatti, le secchiate se, poi, per avere una cartella clinica bisogna aspettare oltre novanta giorni. E non si sa quanto ancora. È il calvario che sta vivendo un 44enne, residente in un comune del Reggino, malato di sclerosi multipla, che dal 23 maggio scorso non riesce ad avere la sua cartella clinica dagli ospedali “Riuniti” di Reggio. Dopo tanti e inutili tentativi si è rivolto all’avvocato Giuseppe Gentile che ha deciso di rendere nota la sua vicenda prima di adire ufficialmente alle vie legali, «ritenendo non rispettati i suoi diritti di cittadino. È paradossale che, in un momento in cui la società mondiale è fortemente sensibilizzata dalle campagne promosse a favore della ricerca sulle malattie degenerative, le prime barriere siano innalzate dall’istituzione che dovrebbe tutelarlo e curarlo». Ecco che cosa è accaduto. Lo scorso 23 maggio il paziente si è recato agli ospedali “Riuniti” di Reggio Calabria per richiedere la cartella clinica relativa a un suo precedente ricovero, pagando quanto dovuto. Nonostante la gravità della sua condizione di malato di sclerosi multipla, ad oggi non è riuscito a ottenere la cartella clinica, fondamentale per ulteriori e urgenti consulti medici. Diverse volte si è recato nella struttura ospedaliera, affrontando spese e pesanti disagi. Anche a fine agosto. Ottenendo sempre e soltanto rinvii. «Quello che meraviglia – spiega l’avvocato Gentile – è il non vedere rispettato un diritto del mio cliente, nonostante abbia già pagato per avere la cartella clinica: ha regolare ricevuta. Sia quando si è recato personalmente in ospedale che quando ha telefonato non gli sono mai state date delle spiegazioni, ma gli è stato detto soltanto di ritornare. Il paziente è venuto da me con l’intenzione di fare un esposto in Procura. Ho preferito aspettare e rendere nota la vicenda nella speranza che qualcosa accada al più presto e il mio cliente possa andare in un’altra regione a fare dei controlli. È impossibilitato perché, soprattutto per questo tipo di malattie, è necessario un confronto con precedenti esami clinici. Al momento sono stato contattato soltanto da un sindaco, che ha assicurato che si prenderà cura della vicenda. Attento che mi contatti la struttura ospedaliera, altrimenti saremo costretti a procedere perché 98 giorni per una cartella clinica sono davvero troppi. Speriamo che tutto si risolva a breve. Ma, soprattutto nei giorni in cui si parla di iniziative di solidarietà e di docce fredde, è davvero singolare che si debba andare dall’avvocato per una cartella clinica. E, come ha evidenziato il mio cliente, purtroppo forse non è l’unico, costretto a tali attese». (0050)

 

Mirella Molinaro

m.molinaro@corrierecal.it

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