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Il quotidiano del Pd boccia il Pd (e non solo)

LAMEZIA TERME Il quotidiano Europa, organo ufficiale del Partito democratico, dedica alla scandalosa condizione politico-istituzionale in cui versa la Calabria un ampio servizio. Sotto il tito…

Pubblicato il: 30/08/2014 – 9:47
Il quotidiano del Pd boccia il Pd (e non solo)

LAMEZIA TERME Il quotidiano Europa, organo ufficiale del Partito democratico, dedica alla scandalosa condizione politico-istituzionale in cui versa la Calabria un ampio servizio. Sotto il titolo “Calabria? Vietato votare”, viene prodotta un’approfondita analisi sia delle anomalie politiche calabresi sia delle lacerazioni interne al Pd. «Dopo quasi sei mesi dalla condanna a sei anni del presidente Giuseppe Scopellitti, e le sue conseguenti dimissioni, nella regione Calabria non si sa ancora quando si voterà. In Emilia Romagna qualche giorno dopo le dimissioni di Vasco Errani tutto era già chiaro. Qui, nel sud quasi più sud dell’Italia, no». Questo l’attacco del pezzo comparso sul quotidiano che poi cerca di spiegare al resto degli italiani come può accadere tutto questo, partendo dalle cronache di questi ultimi giorni: «La presidente facente funzioni della regione Antonella Stasi ha fatto sapere che “la data del 12 ottobre”, quella che era stata in un primo tempo indicata, “deve slittare”. Il motivo è che la legge elettorale regionale, unica in Italia, prevede delle primarie istituzionali. Stasi ha convocato le prime elezioni primarie a luglio e nessuno ha partecipato. Poi, sotto la pressione anche dei membri del Pd del consiglio regionale, le ha riconvocate per il 21 settembre ricevendo la partecipazione solo di Franco Corbelli, del movimento dei Diritti civili, un partito più o meno clandestino. Ora, per la legge votata da questo stesso consiglio regionale che non vuole saperne di sciogliersi, le elezioni regionali si devono tenere dopo 45 giorni dalle primarie. Per questo la data del 12 ottobre deve slittare, dice la Stasi: è troppo vicina a quella delle primarie del 21 settembre. Quello che la presidente facente funzione non dice è che la Calabria è l’unica regione nel mondo in cui si fissa la data delle primarie senza fissare contemporaneamente anche quella delle secondarie (slitta a quando?). Non spiega nemmeno, Stasi, come mai la Calabria sia la sola regione italiana in cui i cittadini non sono chiamati a decidere chi deve succedere a un governatore – Scopelliti – costretto a fare un passo indietro per una condanna a sei anni per abuso e falso».
Nell’articolo, poi, si evidenzia la dicotomia del Pd calabrese: «Il Partito democratico, con il suo vicesegretario nazionale Debora Serracchiani, quello regionale Ernesto Magorno, nonché i suoi due candidati alle primarie Gianluca Callipo e Mario Oliverio, è stato durissimo: “Non bisogna perdere altro tempo, le impellenti e gravi emergenze della Calabria non ammettono di rinviare ulteriormente il ricorso alle urne. Per tale ragione è necessaria una decisa e chiara assunzione di responsabilità agli occhi dei calabresi, stanchi di assistere ad una interminabile pantomima”. Il Pd ha fatto sapere che terrà le sue primarie il 7 o il 14 settembre, dopo essere riuscito a trovare un accordo tra i suoi due candidati, Callipo e Oliverio, il secondo dei quali stamattina era pronto a consegnare i documenti per ufficializzare la sua candidatura alle primarie istituzionali. Il terzo candidato Gianni Speranza, di Sel, a Europa dice basta con le “pantomime, il punto è fissare la data delle elezioni regionali, le primarie vengono di conseguenza”. E accusa: “L’ambiguità con cui il Pd sta gestendo la situazione, in un congresso permanente, consente alla Stasi di giocare con le istituzioni”. Il Partito democratico calabrese, in effetti, è diviso. Una sua parte, quella fuori dal consiglio regionale, vorrebbe subito andare al voto. L’altra, quella che è dentro, cerca di prendere tempo, di tirarla più per le lunghe possibile, d’accordo con i colleghi del centrodestra. L’obiettivo è quello di rimanere in carica senza poter fare moltissimo per la regione ma percependo comunque un normale, si fa per dire, stipendio. D’altronde, come disse la presidente Stasi stessa, «la date delle elezioni è l’ultimo problema dei calabresi». Prima viene il mantenimento dello status quo».
Fin qui il servizio apparso su Europa che, al di là dell’analisi prodotta, evidenzia una aperta e determinata sconfessione rispetto al ruolo che attualmente sta svolgendo il gruppo del Pd in consiglio regionale. È, quella apparsa sull’organo ufficiale del Pd, una sonora bocciatura se non di tutto certamente di larga parte del gruppo consiliare uscente, c’è da augurarsi che non se ne dimentichino, i vertici del Pd, quando si tratterà di stilare le liste dei candidati alle prossime regionali.

 

r. c.

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