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Nomine in sanità, Pezzi rovina i piani della giunta

LAMEZIA TERME Quel gran rompiscatole di Luciano Pezzi ha mandato per aria tutti i piani della giunta regionale. L’esecutivo orfano del governatore Scopelliti, ma non della sua compulsività in fatto…

Pubblicato il: 30/08/2014 – 12:25
Nomine in sanità, Pezzi rovina i piani della giunta

LAMEZIA TERME Quel gran rompiscatole di Luciano Pezzi ha mandato per aria tutti i piani della giunta regionale. L’esecutivo orfano del governatore Scopelliti, ma non della sua compulsività in fatto di nomine, era fermamente intenzionato a procedere con le scelta dei direttori generali di Asp e Ao calabresi. La discussione era stata avviata già da alcune settimane e avrebbe dovuto trovare il suo giusto epilogo questa mattina, durante una riunione di giunta eccezionalmente convocata di sabato. Ieri, però, il dietrofront, verosimilmente dopo l’arrivo di un parere dell’Avvocatura distrettuale dello Stato – richiesto dal sub-commissario Pezzi – nel quale si specifica che no, quelle nomine non s’hanno da fare. Il contrordine è arrivato last minute, precisamente intorno alle 18 di venerdì, a causa del tempismo quasi perfetto degli avvocati dello Stato. Così la riunione è stata “sconvocata”, in modo da consentire una riflessione approfondita sul da farsi.
Il parere sollecitato da Pezzi dice a chiare lettere che la nomina dei dg di Asp e Ao «costituisce indubbiamente atto di straordinaria amministrazione». Né è possibile, altresì, colmare i posti vacanti attraverso la surroga di un commissario. La giunta, secondo l’Avvocatura, potrebbe uscire dall’impasse soltanto assegnando le funzioni dei vecchi dg ai più alti in grado, cioè ai direttori amministrativi o sanitari, non certo nominando manager sul finire della legislatura.
La tesi sostenuta dagli avvocati distrettuali Giampiero Scaramuzzino e Ennio Antonio Apicella richiama il principio secondo cui governo e organi elettivi regionali in regime di prorogatio – quale è quello calabrese dopo le dimissioni di Scopelliti – non può che attenersi all’ordinaria amministrazione, «ed è quindi escluso che gli stessi possano assumere in tali circostanze provvedimenti di rilevante significato politico». E viene citata anche una legge dello Stato (la 444 del ’94), che sancisce: «Nel periodo in cui sono prorogati, gli organi scaduti possono adottare esclusivamente atti di ordinaria amministrazione, nonché gli atti urgenti e indifferibili con indicazione specifica dei motivi di urgenza e indifferibilità». E la “cooptazione” dei manager sanitari – secondo l’Avvocatura – non è una prerogativa possibile per una giunta “a tempo”: «Secondo la giurisprudenza amministrativa, la nomina dei soggetti preposti ai più alti livelli di responsabilità degli organismi regionali quali devono essere considerati i direttori generali delle aziende sanitarie non rientra tra gli atti di ordinaria amministrazione». Ma come sarebbe andata senza l’intervento di Pezzi?

 

Pietro Bellantoni

p.bellantoni@corrierecal.it

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