LAMEZIA TERME Il Pd è pronto ad appellarsi al Tar contro l’inerzia della “presidente” della giunta Antonella Stasi. Il continuo balletto sulla data delle regionali è stato al centro della riunione dell'”area Renzi”, che questa mattina si è riunita in un noto hotel di Lamezia. Accordo unanime sulla necessità di ritornare al più presto alle urne. La determinazione di Franco Corbelli nel voler partecipare alle primarie istituzionali, in programma per il 21 settembre, rende di fatto impossibile un ritorno alle urne per il 12 ottobre, data indicata dalla Stasi (e accettata dal premier Renzi) prima del passo indietro, dettato proprio dalla decisione del leader di Diritti civili di andare avanti. I renziani – tra cui anche il candidato alle primarie Gianluca Callipo, presente alla riunione – hanno però trovato la quadra spostando di due settimane l’appuntamento. Tutti d’accordo per il 26 ottobre, una data che potrebbe garantire sia lo svolgimento di tutte le primarie (quelle “istituzionali” e quelle “fai da te” del centrosinistra) sia il più veloce ritorno al voto. Il Pd sembra avere intenzione di usare tutte le armi a sua disposizione per “costringere” la Stasi ad accettare questa data. Al vaglio anche la diffida alla vicepresidente, con la soluzione del ricorso al Tar (caldeggiata soprattutto da Demetrio Naccari Carlizzi e Nicodemo Oliverio) che è stata accolta di buon grado dai big renziani, anche se nessuna decisione è ancora stata presa in merito. Il modello da seguire sarebbe quello già sperimentato in Lazio con il “caso Polverini”: il ricorso in questo caso riguarderebbe la mancata convocazione dei comizi elettorali. Per il momento è solo un’ipotesi, che però potrebbe concretizzarsi in caso di ulteriori tentennamenti da parte della Stasi. Proprio questa mattina Ernesto Magorno è riuscito a strappare il sì al 26 ottobre a Corbelli, che nei prossimi giorni – come ha riferito lo stesso segretario del Pd – dovrebbe chiedere alla Stasi la convocazione delle elezioni per quella data. «Non è più tempo di giocare, la Regione non può permettersi il lusso di avere organi che non possono decidere nulla», spiega uno dei maggiori rappresentanti dell’area renziana. Il riferimento è al parere dell’Avvocatura distrettuale dello Stato pervenuto ieri negli uffici della Regione, nel quale viene certificata l’impossibilità della giunta a procedere con nomine dirigenziali nelle aziende sanitarie. Senza contare le altre limitazioni di un esecutivo che vive in regime di prorogatio e che per questo non può incidere sulle dinamiche amministrative e sociali – alcune delle quali davvero urgenti – della regione. «La priorità ora è fissare la data del voto», dicono i renziani. Il resto, comprese le querelle sulle primarie, viene dopo.
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it
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