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Elezioni, il cerino passa al Tar

A sconvolgere la stasi (esse minuscola) che caratterizza la surreale condizione di una Calabria con la democrazia sospesa da ormai 125 giorni potrebbe arrivare la magistratura. In questo caso il ri…

Pubblicato il: 31/08/2014 – 8:20
Elezioni, il cerino passa al Tar

A sconvolgere la stasi (esse minuscola) che caratterizza la surreale condizione di una Calabria con la democrazia sospesa da ormai 125 giorni potrebbe arrivare la magistratura. In questo caso il riferimento è al Tribunale amministrativo regionale che ha fissato per giovedì prossimo, 4 settembre, l’udienza sul ricorso (presentato dall’avvocato Gianluigi Pellegrino, che si è occupato anche del “caso Polverini” della Regione Lazio) relativo alla mancata convocazione dei comizi elettorali da parte del presidente facente funzioni della Regione, Antonella Stasi (stavolta la esse è maiuscola). La tesi del Movimento Difesa del cittadino, che ha dato mandato all’avvocato Pellegrino per citare in giudizio la Regione Calabria, è semplice: «Si impedisce ai calabresi l’esercizio primario del diritto di voto».
Al ricorso si sono uniti anche Cittadinanzattiva, il Pungolo per Catanzaro, il comitato art. 48 e il comitato “Non solo Catanzaro”.
La controversa questione ha già un precedente, risoltosi in favore dei ricorrenti. Infatti, il Movimento Difesa del Cittadino, sempre con l’avvocato Pellegrino, nel 2012 ha ottenuto dalla giustizia amministrativa l’ordine per la presidente Polverini di indire le elezioni nella Regione Lazio e nel 2011 ha bloccato l’ampliamento del consiglio regionale pugliese che indebitamente si cercava di far passare. In questa occasione poi, «la violazione di elementari principi democratici – evidenzia l’avvocato Pellegrino – è persino più grave di quella che denunciammo nel Lazio, ottenendo dal Tar e dal Consiglio di Stato la indizione delle elezioni. In Calabria si sta assistendo davvero al peggio. E infatti il Consiglio, pure già sciolto, consapevole che il prefetto avrebbe indetto immediatamente le elezioni, ha approvato una legge con cui ha tolto la competenza al prefetto e l’ha data al vicepresidente della stessa giunta regionale che infatti si sta guardando bene dall’indire le elezioni consentendo, tra l’altro, il vergognoso perpetuarsi delle indennità a favore di chi non ne ha alcun titolo e letteralmente scippando la democrazia di base ai cittadini calabresi». Ma ci sono altri aspetti su cui si focalizza l’attenzione degli istanti. «L’attuale consiglio regionale, per numero di inquisiti ha perfino superato in numero quello della precedente giunta Loiero. La Costituzione agli artt. 120 e 126 – conclude Pellegrino – impone al governo di intervenire e lo abbiamo per questo diffidato. Altrimenti dovrà ancora una volta pensarci il giudice amministrativo davanti alla protervia e all’ignavia delle istituzioni».
Nel presentare il ricorso, era stato chiesto al Tar della Calabria un giudizio immediato e urgente, i magistrati amministrativi optarono per una procedura normale, sia pure fissando in tempi brevi, appunto per il 4 settembre, la decisione. Forse speravano che nel frattempo la Regione Calabria provvedesse a convocare le elezioni ma evidentemente non si aveva contezza del livello di impudenza che ormai questo consiglio regionale si dimostra capace di toccare. Tant’è che tutto è rimasto come alla presentazione, nel maggio scorso, del ricorso da parte del Movimento Difesa del cittadino e il Tar si ritrova nuovamente in mano il cerino acceso.

 

r.c.

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