REGGIO CALABRIA Da oltre un anno visita paesi, frazioni, piazze e mercati per costruire un’interlocuzione con il territorio che aspira ad amministrare, ha consumato i mesi estivi fra incontri e dibattiti in città come nelle più sperdute frazioni del Reggino, ma solo oggi, con l’apertura ufficiale della segreteria politica che farà da motore alla sua candidatura a sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà è entrato nel vivo di una campagna elettorale che – promette – «faremo imponendo il nostro stile, senza cedere alle provocazioni, perché noi ci confrontiamo sui temi». Buoni propositi che impediscono al candidato del centrosinistra alla poltrona di primo cittadino di Palazzo San Giorgio di ricordare alla folla che ne riempie la sede che «mentre c’è chi oggi, a 56 giorni dalle elezioni, si ricorda di iniziare tour esplorativi della città e del territorio per conoscere i problemi, noi possiamo avere la presunzione di dire che nel territorio ci presentiamo proponendo delle soluzioni perché è da oltre un anno che costruiamo questo rapporto e i problemi già li conosciamo».
Soluzioni, dice il giovane Falcomatà, che al centro vedono sempre e comunque il cittadino, alienato dalla gestione del proprio territorio prima da «anni di malgoverno e scelte scellerate che non possiamo permettere che siano le future generazioni a pagare», quindi dai due anni di commissariamento. «Renderemo i cittadini partecipi delle scelte attraverso la trasparenza di bilancio, dando loro la possibilità di sapere come e dove sono stati spesi i loro soldi». Ma partecipazione e democrazia sembrano essere anche le parole chiave della costruzione del programma, che Falcomatà promette di costruire «insieme alla città per la città».
Certo, poi bisognerà farlo digerire tanto alle forze centriste che proprio negli ultimi giorni hanno staccato il biglietto di ingresso per la «casa del centrosinistra», come alla composita coalizione che ha sostenuto la candidatura del giovane politico alle primarie e oggi mal digerisce le recenti aperture al centro di quest’ultimo. Ma almeno per adesso, Falcomatà non si dilunga sul punto, se non per sottolineare: «La sfida per la città di Reggio non è un capriccio personale, dobbiamo mostrare coerenza perché quella per la città è una battaglia definitiva. Dobbiamo essere maturi, Seby – continua rivolgendosi direttamente al segretario cittadino del Pd, Seby Romeo, seduto n prima fila – perché non avremo più altre chance».
E l’obiettivo è ambizioso: «Dobbiamo riportare la città alla normalità perché questo da troppo tempo a Reggio non succede. Qui non si garantisce la manutenzione delle strade, la raccolta della spazzatura, il decoro urbano, la tutela del patrimonio e questo non è normale, per questo dobbiamo riportare Reggio all’anno zero in cui tutte queste precondizioni siano garantite», dice quasi infervorandosi Falcomatà che nel recupero e la valorizzazione del territorio, nella «rivoluzione culturale dell’educazione alla bellezza di cittadini ormai assuefatti al brutto» vede un volano di sviluppo.
«Non sarà facile», ammette il giovane candidato di centrosinistra che sembra non dimenticare che qualsiasi amministrazione sarà impiccata al devastante piano di rientro, cui la città è sottoposta per colmare il cratere di bilancio stanato dagli ispettori del ministero delle Finanze negli ultimi mesi dell’amministrazione Arena e confermato non solo dai commissari prefettizi, ma anche da diverse sentenze della Corte dei conti. «Dobbiamo far ripartire l’economia cittadina – sostiene – rifinanziando il cimitero di incompiute che sono le opere pubbliche di questa città. Bisogna far ripartire i cantieri e riqualificare le periferie, riempiendo i quartieri di servizi e beni comuni in modo che non siano più semplici dormitori», spiega il giovane democratico che, per realizzare l’ambizioso programma in assenza di risorse comunali prosciugate per pagare i debiti pregressi, sembra puntare tutto sul Decreto Reggio. «Molte opere sono alla firma, dobbiamo sbloccarle e rimodularle per dare respiro all’economia di questa città», afferma Falcomatà, per il quale solo attraverso il recupero e la valorizzazione del territorio – dalle coste ai borghi aspromontani – si potrà realizzare concretamente quella «naturale vocazione turistica» del territorio reggino.
«Questa è la nostra idea di politica come servizio alla comunità. Non si tratta di sostituire luna vecchia classe dirigente con una nuova, ma riportare la speranza nella politica, restituendo dignità ad ogni singolo cittadino». Obiettivo ambizioso al pari del programma, che nei prossimi 56 giorni dovrà dimostrare di essere in grado di portare avanti e realizzare.
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it
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