POLSI Il Santuario della Madonna della Montagna di Polsi è un luogo di preghiera e di devozione e nessuno può e deve violarlo. È questo il senso del messaggio del vescovo di Locri, mons. Francesco Oliva, rivolto ai pellegrini giunti a Polsi per la festa della Madonna che si svolgerà domani.
L’invito del vescovo di Locri si riferisce, anche se non è detto espressamente, alla criminalità organizzata e ai suoi esponenti che in passato, secondo quanto è emerso da alcune inchieste della Dda di Reggio Calabria, si ritrovavano a Polsi, nel giorno della festa, per decidere le strategie illecite da compiere.
«Anche quest’anno – afferma mons. Oliva – la Madonna della Montagna ha voluto che venissimo qui a Polsi. Per la maggior parte è stato un ritorno. Per me è stata la prima volta. Ho gioito nel vedere tanti fedeli manifestare una fede semplice, spontanea, gioiosa. È stato un via vai di ragazzi, giovani e tanti adulti, anche persone anziane, che in carovana hanno affrontato con coraggio le difficoltà del lungo viaggio. Forse per l’ultima volta. Cosa rimane? È difficile dirlo. Ma ci teniamo a ribadire quanto più volte è stato detto dai vescovi della diocesi che mi hanno preceduto: il santuario della Madonna della Montagna sito a Polsi è luogo di devozione e di preghiera, uno spazio sacro dedicato a Maria, madre del “Divin Pastore”. Come fedeli devoti desideriamo che ne sia tutelata e conservata la sacralità. Il santuario di Polsi con le sue strutture di accoglienza ci appartiene, appartiene alla tradizione spirituale della nostra gente, che nessuno può e deve violare».
«Abbiamo pregato – aggiunge – e continuiamo a pregare, perché anche quanti sono convenuti (o vengono) con altri intenti o interessi possano incrociare lo sguardo di Maria verso un cammino di conversione a Dio».
Il Santuario di Polsi è espressione della fede e devozione di un «popolo – prosegue il vescovo di Locri – semplice e povero, ma anche laborioso e capace di far di necessità virtù. Questo popolo,
mentre invoca rispetto per la sua fede, chiede alla Madonna della Montagna fiducia e speranza, ma anche la purificazione dei propri sentimenti religiosi e la conversione del proprio cuore, dal quale provengono i cattivi pensieri, le fornicazioni, i furti, le uccisioni, gli adulteri, le cupidigie, le malvagità, l’inganno, la lascivia, l’invidia, la bestemmia, la superbia e la stoltezza. È per questo che si viene al Santuario di Polsi. In questo luogo di preghiera si incontra la misericordia di Dio attraverso il pentimento ed il perdono dei peccati, sotto lo sguardo di Maria».
«È vero: nel nostro Santuario – aggiunge – confluiscono persone diverse, con tante problematiche, tutte unite da un desiderio di incontro e di condivisione. Il far festa, anche attraverso strumenti tradizionali e talvolta con balli al di fuori dei momenti di silenzio e di preghiera, non stona con il
clima sacro del luogo. Sappiamo bene che la festa della Madonna della Montagna non è una manifestazione folkloristica né semplicemente un fenomeno emozionale espressione di un sentimento superficiale. Nella manifestazione folkloristica prevalgono elementi antropologici e culturali affermatisi nel tempo e stratificati in una tradizione che si conserva intatta e rigida nella sua simbologia ed espressività. Queste hanno una più ampia estensione partecipativa, che può anche non avere alcun coinvolgimento spirituale, tanto da interessare senza avere alcuna appartenenza di fede».
«A Polsi – conclude mons. Oliva – non è così. La festa conserva la sua più profonda indole religiosa, con momenti di preghiera, una veglia, la “Via Crucis”, l’adorazione del santissimo Sacramento, che si vivono con intensa partecipazione e portano al recupero della pace interiore».
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