«Cara Antonella Stasi infischiatene dei giuristi e nomina i direttori generali delle Asp calabresi». È questo, in sintesi, l’appello che il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale, Ennio Morrone, ha rivolto alla presidente facente funzioni. L’esponente azzurro suggerisce un escamotage per aggirare i rilievi sollevati da più parti in questi giorni: nominare i commissari. Solo pochi giorni fa, la riunione di giunta in cui si sarebbero dovute effettuare le nomine dei dg era saltata a causa del parere giunto dall’Avvocatura. La tesi sostenuta dagli avvocati distrettuali Giampiero Scaramuzzino e Ennio Antonio Apicella richiama il principio secondo cui governo e organi elettivi regionali in regime di prorogatio – quale è quello calabrese dopo le dimissioni di Scopelliti – non può che attenersi all’ordinaria amministrazione, «ed è quindi escluso che gli stessi possano assumere in tali circostanze provvedimenti di rilevante significato politico». Aggiungendo che «secondo la giurisprudenza amministrativa, la nomina dei soggetti preposti ai più alti livelli di responsabilità degli organismi regionali quali devono essere considerati i direttori generali delle aziende sanitarie non rientra tra gli atti di ordinaria amministrazione». A richiedere l’intervento dei giuristi era stato il subcommissario Luciano Pezzi, squassando così i piani dell’esecutivo regionale. Ora, però, l’azzurro Morrone tenta di riaprire la partita. Pur ammettendo di non essere un giurista di professione, il capo gruppo di Forzia Italia ritiene di poter intervenire nella discussione per aver partecipato «da parlamentare alle stesura di molte leggi ed alla discussione di altrettanti provvedimenti legislativi». «Ecco perché, nel rispetto delle prerogative del delicato ruolo che svolgi, ti chiedo formalmente – aggiunge Morrone rivolgendosi alla Stasi – di procedere ugualmente alla nomina di dirigenti che possano guidare la sanità regionale. Una soluzione auspicabile, rientrante negli atti di “ordinaria amministrazione” essendone il più classico degli esempi, sarebbe quella della nomina di commissari, figure che, come prevede la legge, è possibile rimuovere in qualsiasi momento». Per Morrone quelle nomine potrebbero «aiutare il comparto sanità a riemergere dalle notorie difficoltà in cui versa, senza così lasciare le Asp in una condizione di mortificante acefalia. Ti invito pertanto ad approfondire gli aspetti, anche tecnici, di questa soluzione che mi sembra seguire canoni di maggiore linearità, innanzitutto politica, rispetto agli scenari finora prospettati».
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