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Bronzi all'Expo, battaglia di querele tra Chizzoniti e Sgarbi

REGGIO CALABRIA Dopo la guerra delle dichiarazioni sui Bronzi, arriva quella giudiziaria. Il presidente della Commissione di Vigilanza, Aurelio Chizzoniti, denuncia sia Vittorio Sgarbi sia il minis…

Pubblicato il: 03/09/2014 – 10:17
Bronzi all'Expo, battaglia di querele tra Chizzoniti e Sgarbi

REGGIO CALABRIA Dopo la guerra delle dichiarazioni sui Bronzi, arriva quella giudiziaria. Il presidente della Commissione di Vigilanza, Aurelio Chizzoniti, denuncia sia Vittorio Sgarbi sia il ministro Franceschini. Una mossa a sorpresa destinata a fare clamore, quella del noto avvocato reggino. Con un voluminoso dossier, Chizzoniti si rivolge alla Procura di Milano contro Sgarbi, neo ambasciatore Expo per le Belle arti, «per il sistematico tentativo di violenza privata» consumato ai danni della sovrintendente ai Beni archeologici Simonetta Bonomi», che – secondo Chizzoniti – avrebbe ricevuto minacce di deferimento all’autorità giudiziaria per la sua «reiterata e documentata opposizione avverso l’asfissiante richiesta di trasferimento dei Bronzi all’Expo 15, nonostante la scientificamente conclamata intransportabilità degli stessi». Stessa sortita anche nei confronti del ministro per i Beni culturali Dario Franceschini, «per abuso in atti d’ufficio poiché, sebbene in possesso di congrua documentazione che conferma l’inamovibilità dei Bronzi, preannuncia la costituzione di una strumentale commissione preposta alla verifica della trasferibilità degli stessi, speciosamente suggerita dal professor Sgarbi, che impone quale componente il professor Bruno Zanardi definito “la Cassazione della situazione”, perseguendo l’evidente tentativo di eludere irresponsabilmente i numerosissimi pareri e relazioni tecniche di tenore diametralmente opposto, peraltro, da tempo giacenti presso lo stesso ministero»; «turbativa d’asta con riferimento alle performance della Net booking – società neo costituita riconducibile a Stefano Ceci, segretario di Franceschini – che fulmineamente si aggiudica un importantissimo appalto presso Expo 2015 che potrebbe non risultare neutro rispetto alla logica cultural-affaristica che ispira il trasferimento, a prescindere, delle famose statue»; conflitto d’interessi – quantomeno Franceschini-Ceci – la cui rilevanza penale va esplorata anche con riferimento ai protagonisti della vicenda Bronzi che scandisce il ruolo di un trio prettamente romagnolo (Sgarbi-Franceschini -Ceci)».
Secondo Chizzoniti, la Commissione «appare per un verso il prepotente ultimo rifugio di chi persegue fini utilitaristi reconditi ma non tanto per altro il corollario di un crescendo di astuzie volpine volte all’arrogante umiliazione di fior di professionisti che da quarant’anni hanno documentalmente certificato, senza contestazione alcuna, l’assoluta intransportabilità dei due guerrieri».
L’esposto richiama una serie di richieste istruttorie, fra le quali spicca il sequestro di tutta la documentazione riguardo il bando della gara poi aggiudicata alla ditta Netbooking nonché quello dei pareri, studi, relazioni, approfondimenti che negano la trasportabilità dei Bronzi e da sempre acquisiti agli atti del ministero dei Beni culturali e «l’escussione dei titolari delle ditte partecipanti alla gara assegnata al braccio destro di uno dei ministri (Franceschini) che gestiscono l’Expo 2015 che, secondo le visure camerali, al 40% è proprietà del governo italiano per il quale Ceci lavora». Chizzoniti diffida dunque Franceschini «dal procedere alla costituzione della famigerata commissione – chiaramente ispirata da Sgarbi per sfuggenti finalità – invitandolo, ove dovesse costituirla, ancorché pleonastica e inutile, a rispettare le statuizioni di ben due sentenze pronunciate dal Tar di Reggio Calabria e dal Consiglio di Stato che concludono per il doveroso coinvolgimento degli enti autarchici calabresi in qualsivoglia operazione di promozione e valorizzazione dei due guerrieri».

 

LA RISPOSTA DI SGARBI Battaglia di querele tra Vittorio Sgarbi e il presidente della Commissione di Vigilanza e Controllo del Consiglio regionale calabrese Aurelio Chizzoniti. Stamattina Chizzoniti ha reso noto, in relazione alla vicenda del trasferimento a Expo 2015 dei Bronzi di Riace, di avere presentato denuncia, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano, nei confronti del ministro per i Beni e le attività culturali Dario Franceschini e di Vittorio Sgarbi. Sgarbi a sua volta, ora annuncia «una querela per diffamazione», in risposta alle dichiarazioni di Chizzoniti, che aveva riferito di aver denunciato «il professor Vittorio Sgarbi per il sistematico tentativo di violenza privata». «Ma quale violenza privata – replica ora Sgarbi – io ho espresso soltanto la mia opinione, e ho anche inoltrato la mia domanda al ministro Franceschini sulla fattibilità o meno del trasferimento dei Bronzi di Riace. Ipotesi che nei giorni scorsi ha avuto illustri pareri positivi». Per il professore «la sua denuncia è un’insensatezza logica. Lui parla di irregolarità che non esistono mentre le mie affermazioni sono tutte argomentate».

 

LA DENUNCIA DELL'”AMBASCIATORE” «Non accetto – scrive Sgarbi nella comunicazione della denuncia formalizzata nei confronti di Chizzoniti – di essere incolpato di un reato che, secondo lui, avrei commesso nei confronti di Simonetta Bonomi minacciandola, sempre secondo i suoi assunti “di deferirla all’autorità giudiziaria per la reiterata e documentata opposizione avverso l’asfissiante richiesta di trasferimento dei Bronzi all’Expo 2015, nonostante la scientificamente conclamata intrasportabilità degli stessi”. Sono dichiarazioni false, calunniose e diffamatorie – aggiunge infine Sgarbi – lesive del mio onore e della mia reputazione».
Pertanto, Vittorio Sgarbi, tramite il suo legale di fiducia, l’avvocato Giampaolo Cicconi, sostiene di aver formalizzato, presso la Procura della Repubblica di Milano, la querela per diffamazione – aggravata dall’attribuzione di fatti determinati – nei confronti di Aurelio Chizzoniti, presidente della Commissione di vigilanza e controllo presso il consiglio regionale della Calabria.

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