Si è riunita a Lamezia Terme, il primo settembre scorso, la segreteria regionale della Fials (Sindacato autonomo sanità). I lavori sono stati presieduti dal segretario regionale Bruno Ferraro, alla presenza dei rappresentanti provinciali del sindacato che all’incontro hanno affrontato l’argomento risanamento del deficit previsto da Tavolo Massicci e sottolineato la carenza strutturale in ambito sanitario, ancora esistente a livello regionale.
«La segreteria regionale della Fials – hanno sostenuto i presenti – ritiene che il risanamento del deficit di parte corrente del Servizio sanitario nazionale da 265 milioni del 2009 a 30 milioni nel 2013 (ultimo dato preventivo del Tavolo Massicci del 4 aprile 2014) è da ascrivere nei suoi 190 milioni di risparmio al 90% dall’uscita per pensionamenti o “dismissioni” di tremila lavoratori in 4 anni (dal 2010 al 2013). Infatti una media di costo di 60mila euro pro-capite (retribuzioni, Irap, Tfr ed oneri riflessi) moltiplicata per tremila produce 180 milioni di euro».
Nonostante l’operazione di risanamento, i rappresentanti Fials fanno sapere come una mera manovra di natura economica abbia però «comportato la chiusura di 19 ospedali, di 19 Pronto soccorso, la chiusura di numerosi punti nascita, e dall’altra parte non si intravedono ancora, a distanza di 4 anni, la nascita delle case della salute insieme ai Ppi con relative guardie mediche e posti di medicina generale h24 che dovrebbero trattare i codici bianchi e verdi decongestionando i Pronto soccorso degli ospedali rimasti. Mentre – sostengono ancora i membri della Fials regionale – non si intravedono ancora, se non su base progettuale, i 4 ospedali (Piana di Gioia Tauro, Sibari, Vibo e Catanzaro) il cui iter è partito nel 2005 e che a distanza di 9 anni restano solo sulla carta. E meno male, che dovevano essere costruiti con procedure d’urgenza».
In più, durante l’incontro, la Fials ha rimarcato lo sblocco delle assunzioni riguardante il personale medico (che si attende oramai da 4 anni), infermieristico e tecnico per ridare sollievo all’assistenza, ormai ridotta al lumicino, sia negli ospedali che sul territorio.
«Non si capisce – si legge ancora nella nota – quali figure riguarderebbero le 380 assunzioni sbandierate, né il processo di stabilizzazione dei 1.500 precari della sanità. Nel privato, il taglio dei posti letto per acuti, controbilanciato solo in parte dall’assegnazione dei Pl di riabilitazione, unito al cronico ritardo nel pagamento delle prestazioni, sta mettendo in ginocchio un sistema sanitario alternativo che molte volte ha supplito alle “deficienze” del pubblico».
«Altrettanto si può dire – hanno continuato – delle residenze sanitarie assistite delle Rsa e Case di riposo convenzionate, per le quali la Regione non paga la quota spettante mettendo in pericolo la sopravvivenza delle stesse che si occupano degli anziani non autosufficienti e centinaia di posti di lavoro».
Anche gli atti aziendali e le dotazioni organiche in molte aziende resterebbero un miraggio, così come la contrattazione integrativa per i dipendenti. «Un quadro – dicono infine i rappresentanti Fials – non certamente esaltante dopo 4 anni di commissariamento che presenta più ombre che luci». Pertanto, la segreteria regionale chiede un cambio di passo deciso che porti la sanità pubblica in una situazione almeno sufficiente.
x
x