ROMA «In un momento così complesso, nel pieno della fase di attuazione della riforma delle Province e con il Paese alle prese con una crisi drammatica, parlare di esuberi di 20mila persone senza alcun fondamento è fuori luogo, e certo non aiuta a mantenere il clima sereno e propositivo che invece sarebbe indispensabile»: lo rileva in una nota il presidente dell’Unione delle Province d’Italia Alessandro Pastacci, aggiungendo che definire «”assunzioni clientelari” quelle dei 56 mila dipendenti delle Province, che hanno sostenuto e superato un regolare concorso pubblico, personalmente lo trovo vergognoso».
«Non si può insultare con tanta protervia persone che hanno scelto di lavorare, con dignità e orgoglio, al servizio della comunità», afferma il presidente Upi commentando le notizie apparse oggi sulla stampa secondo cui l’attuazione della riforma Delrio comporterebbe oltre 20 mila esuberi tra il personale delle Province. «Abbiamo appreso oggi dagli articoli dei giornali che il ministero dell’Economia ha commissionato ad enti di ricerca privati uno studio sugli esuberi nel personale delle Province, che sarebbero causati – aggiunge Pastacci – dalla riforma Delrio. Non è dato di sapere quali siano stati i criteri scelti per arrivare a stabilire con una tale precisione la cifra indicata, quali le funzioni che gli enti di ricerca abbiano reputato non più di competenza delle Province, visto che non è stato ancora concluso alcun accordo tra il ministero delle Autonomie e le Regioni rispetto all’eventuale ridistribuzione di funzioni amministrative tra Regioni, Province e Comuni».
«Ricordiamo che la legge Delrio assegna alle nuove Province – ricorda il presidente dell’Upi – una serie di funzioni fondamentali, dalla gestione degli oltre 130 mila chilometri di strade alla programmazione territoriale, dalla tutela dell’ambiente alla gestione di tutte le scuole superiori italiane che sono anche oggi il cuore delle funzioni tipiche dell’ente di area vasta. Quelle, per intenderci, dove si concentra l’attività della maggioranza dei dipendenti provinciali».
«Invece – prosegue Pastacci – di continuare a lanciare improbabili numeri, utilizzando tra l’altro una base dati vecchia di 4 anni e quindi del tutto inattendibile visto che dal 2010 ad oggi le Province hanno subito il blocco del turn over e delle assunzioni, il governo – conclude – lavori a dare la piena attuazione alla riforma, superando gli ostacoli che oggi impediscono di definire chi fa che cosa. Solo allora potremo sapere se e dove c’è personale che deve essere spostato laddove si sposteranno i servizi».
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