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Comunali a Reggio, ecco il "legalitario" Chizzoniti

REGGIO CALABRIA «Fuori dagli schemi dei partiti, dalla logica delle congreghe, dai diktat delle lobby». Si presenta così il presidente della Commissione regionale di vigilanza, Aurelio Chizzoniti, …

Pubblicato il: 05/09/2014 – 13:00
Comunali a Reggio, ecco il "legalitario" Chizzoniti

REGGIO CALABRIA «Fuori dagli schemi dei partiti, dalla logica delle congreghe, dai diktat delle lobby». Si presenta così il presidente della Commissione regionale di vigilanza, Aurelio Chizzoniti, nell’arena delle Comunali di Reggio Calabria. Non ha un esercito di liste a sostenerlo, non gode dell’appoggio dei principali schieramenti, ma spera di «intercettare il consenso di quelle persone libere che vogliono riscattare l’idea di politica», dice il noto legale nel presentare la sua candidatura a sindaco della città, alla testa della lista “Reggio nel cuore”.
Conosciuto per le battaglie legali che lo hanno reso inviso al centrodestra, come a tanto centrosinistra («sono l’unico assessore regionale – dice – che ha avuto il merito di farsi ritirare le deleghe tanto dal centrodestra come dal centrosinistra»), per la martoriata città di Reggio Calabria, reduce da due anni di commissariamento per mafia e messa in ginocchio da un piano di rientro che gioca a rimpiattino con lo spettro del default, l’avvocato Chizzoniti ha le idee chiare. «Il primo punto in programma – dice nel presentare la propria candidatura – è il rispetto assoluto e l’esaltazione della legalità». Un impegno che porta con sé – afferma – non solo il preciso impegno a rispettare le norme in maniera sostanziale e non formale, la promessa di non disertare le aule di giustizia, ma «l’esaltazione della meritocrazia», tanto nella composizione della squadra di governo, come nell’assegnazione di pubblici incarichi, ma che soprattutto passa per l’assoluta trasparenza di bilancio assicurata – promette – dal soggetto scelto come plausibile responsabile della delicatissima delega nella sua ipotetica squadra di governo della città. «Dovessi fare il sindaco – assicura – la delega al bilancio andrebbe a un magistrato della Corte dei conti tuttora in servizio». Assieme a lui, «anche se ancora non gliene ho parlato», precisa il noto legale, nella squadra immaginata da Chizzoniti per Reggio Calabria ci sarebbe anche l’ex senatore missino Renato Meduri, nelle vesti di vicesindaco insieme a lui impegnato nella realizzazione di un programma già dettagliato e punta tutto sullo sviluppo delle potenzialità del territorio a partire da un’idea di «città metropolitana che guarda all’area dello Stretto».
Per questo fondamentale nei piani di Chizzoniti è lo sviluppo dei porti del Reggino, da quello di Gioia, «oggi porto della mafia», a quello di Reggio, «che non può servire solo per i traghetti», come quelli di Villa, Roccella e Saline la cui destinazione e il cui utilizzo andrebbero ripensati in relazione a un contesto di riferimento più ampio. «Per garantire lo sviluppo – afferma – è necessario puntare sulla portualità della provincia», pensata e indirizzata allo sviluppo del turismo, vera vocazione della zona. «La classe politica calabrese – tuona Chizzoniti – è stata incapace di garantire negli anni la tutela e la valorizzazione di un patrimonio che tutto il sistema solare ci invidia. È stata colpita da afasia, sul punto non si è mai pronunciata e non si pronuncia».
Al contrario, l’attuale presidente della Commissione di vigilanza sembra avere già chiaro in mente un sistema che metta a frutto i punti di forza di «quella che potrebbe essere la California d’Italia», non solo a partire dalla tutela delle coste, ma anche dalla valorizzazione del patrimonio archeologico, lo sviluppo e la diffusione del termalismo, la promozione di prodotti tipici di eccellenza come il bergamotto e la messa a sistema degli sforzi delle associazioni di categoria, da assoalberghi a confcommercio. Ma per risolvere quella che continua a essere la piaga che più affligge Reggio – la disoccupazione, soprattutto giovanile – per Chizzoniti lo sviluppo turistico non basta, ma è necessario ridare gambe e respiro a quel cimitero di incompiute – dal Palazzo di giustizia alla mancata riqualificazione del lido comunale – che tuttora sporcano il panorama reggino, come pure dare il via a un piano di recupero delle periferie. Da intensificare, dice il candidato sindaco di “Reggio nel cuore”, sono anche i rapporti con le università, attualmente incrostate come monadi autistiche nella società reggina. «I problemi sono noti – dice il noto legale – quello che è mancato fino ad oggi è la volontà politica necessaria a trovare le risorse per attaccarli», dice senza giri di parole il noto legale, che non esita ad affrontare anche temi spinosi, primo fra tutti quello dei migranti. «Non è corretto perseguitare queste persone solo perché diverse», afferma Chizzoniti che sostiene: «Dobbiamo cercare di capire i problemi di integrazione, affrontandoli con grande umano approccio e contro il razzismo». E, forte della pregressa esperienza, quando da presidente del consiglio comunale aveva proposto in assoluta solitudine l’istituzione del registro delle unioni civili, Chizzoniti dice sì alle coppie di fatto, equiparate in tutto e per tutto alle famiglie, il cui ruolo sarebbe centrale nella sua ipotetica Reggio. Per questo, per l’assessorato ai Servizi sociali potrebbe contare sulla disponibilità «di un uomo dell’arcidiocesi reggina». Un no secco va invece al progetto di costruzione della centrale a carbone che la multinazionale elvetica Sei vorrebbe impiantare a Saline Joniche. «Se inseguiamo una vocazione turistica non ci può essere spazio per progetti di questo tipo. Se è vero che quando erutta l’Etna ce ne accorgiamo dalla montagna di cenere che ricopre la città, cosa accadrebbe con il carbone», tuona scagliandosi contro quell’imperialismo economico che «impone una struttura che nessuno vuole».
È necessario – dice Chizzoniti – «procedere step by step, affrontare la campagna elettorale ma determinati a risolvere i problemi che attanagliano la città». Ma pur asserendo il massimo rispetto per tutti i candidati, per farlo – lascia intendere – è necessario essere liberi dalle pastoie di lobby, di partito, di area. «Non vorrei – dice in risposta agli industriali – ritrovarmi nei panni di Lucio Dattola».

 

Alessia Candito

a.candito@corrierecal.it

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