NOMINE SANITÀ | È scontro tra Tallini e Pezzi

CATANZARO «È veramente paradossale che chi ha gestito direttamente il sistema sanitario calabrese, assegnando perfino i budget alle strutture pubbliche e private, oggi addossi alla giunta regionale responsabilità in ordine allo stato di crisi del comparto. È come se Marchionne addebitasse allo Stato problemi organizzativi della Fiat». Così l’assessore al Personale Domenico Tallini replica al sub commissario Luciano Pezzi. «Si può solo dire – prosegue Tallini – che non c’è stata scelta nel settore sanitario che non sia passata dalle mani dei potenti sub commissari. Tanto potenti dal rifiutare, sia pure parzialmente, una richiesta di accesso agli atti avanzata dal sottoscritto». Per l’assessore regionale proprio al generale Pezzi sarebbe da addebitare la crisi della Fondazione Campanella: «Posso ben dire che dai sub commissari sono venuti solo ostacoli e trabocchetti per impedire che si arrivasse a una soluzione per questa realtà sanitaria della città di Catanzaro. Dipendenti e pazienti se la prendono con la classe politica – e questo può anche starci – ma nessuno scava a fondo sulle precise responsabilità della burocrazia e degli uomini (vedi sub commissari) chiamati a monitorare il sistema sanitario che hanno sempre considerato la “Campanella” una zavorra di cui disfarsi. Ci dica il generale Pezzi: quali iniziative, quali suggerimenti, quali idee ha messo in campo per aiutare la giunta e il consiglio regionale per salvare la Fondazione Campanella?». «E anche sulla questione della nomina dei direttori generali delle Aziende sanitarie – aggiunge l’assessore – perché il generale Pezzi, dall’alto della sua competenza e del suo senso del dovere, ha aspettato che il problema scoppiasse, senza avvertire l’obbligo morale di indicare alla giunta la strada per evitare che le Aziende restassero senza guida? Il generale arriva a dire che io non ho argomenti giuridici. È veramente il colmo. Chi deve avere competenze giuridiche è il sub commissario, non l’assessore regionale. Si invertono le parti e il generale Pezzi veste i panni del politico, abbandonando quelli del tecnico». Tallini insiste sul «sospetto che esista un asse tra il sub commissario e l’opposizione» e che verrebbe «rafforzato dalla tempistica con cui sono avvenuti alcuni passaggi in ordine a questa vicenda». L’assessore fa riferimento al «fantomatico alt del Ministero della Salute alle nomine dei direttori generali. Un alt a mezzo stampa, un semplice comunicato senza firma, che si vuole trasformare in una direttiva ufficiale». «Non ci vuole l’indovino per capire che ogni singolo passaggio è stato manovrato ad arte da chi, evidentemente, non vuole guastarsela con chi comanda a Roma».  

LA CONTROREPLICA DI PEZZI A stretto giro di posta è arrivata la risposta del subcommissario Luciano Pezzi. Secondo il generale all’assessore Tallini «proprio non gli va giù la mia riprovevole iniziativa di chiedere il noto parere all’Avvocatura dello Stato. Mi viene in mente un coretto che sentivo da ragazzo allo stadio a Roma “…e nun ce vonno sta! E nun ce vonno sta!”». «Purtroppo – prosegue Pezzi – per rispondere puntualmente alle strampalate accuse del “nostro” ho bisogno dell’archivio dell’ufficio, a quest’ora purtroppo chiuso. Mi vedo costretto a rinviare alla giornata di lunedi una replica puntuale. Nel fine settimana tirerò fuori gli allrezzi da falegname pei limare la mia asse con l’opposizione e “con chi comanda a Roma”».