LAMEZIA TERME Il “Porcellissimum” torna in Consiglio per rifarsi il look. Quella che sarà (verosimilmente) l’ultima seduta dell’assemblea calabrese verrà dedicata alle modifiche alla contestatissima legge elettorale, approvata lo scorso 3 giugno e subito impugnata dal governo davanti alla Corte costituzionale. Il presidente Franco Talarico ha convocato il Consiglio per giovedì 11 settembre. Il parlamentino regionale aveva due strade da seguire: costituirsi davanti alla Consulta per far valere le proprie ragioni – così come avvenuto per la modifica dello Statuto – oppure recepire i rilievi del governo. È la soluzione maggiormente gradita a Talarico: «In questo modo – ha spiegato al Corriere della Calabria – evitiamo possibili contenziosi e ulteriori strascichi polemici». Ad attirare l’attenzione e il successivo “richiamo” dell’esecutivo, era stata la “mostruosa” soglia di sbarramento, da molti osservatori interpretata come una mossa ben studiata per provocare l’impugnazione davanti agli ermellini e allungare i tempi di una legislatura morente. La legge lascia fuori dall’assemblea le liste che non abbiano ottenuto almeno il 15% su scala regionale o almeno il 4% in caso di appartenenza a una coalizione e le coalizioni che non raggiungano il 15%. Se dovesse passare la linea di Talarico, le percentuali tornerebbero al 5% per le coalizioni e al 4% per le singole liste, come prevedeva la vecchia legge elettorale.
Non è detto che giovedì vada a finire così. I partiti non hanno ancora trovato la quadra e in questi giorni le trattative si intensificheranno. Tra le ipotesi anche quella di ricalcare le disposizioni dell’Italicum – che attesta la soglia al 12% – o, in alternativa, un accordo tarato sull’8%. «Prima dell’inizio del Consiglio – spiega ancora Talarico – convocherò la Conferenza dei capigruppo per un ultimo confronto. Subito dopo procederemo con l’approvazione delle modifiche».
La sentenza del Tar ha accelerato in modo esponenziale i tempi fin qui a dir poco sonnacchiosi delle istituzioni. Il Consiglio, di fatto, è sciolto dal 3 giugno scorso, quando le dimissioni del governatore Scopelliti sono diventate effettive e irreversibili. Da allora l’assemblea ha continuato a riunirsi, con il contestuale balletto sulle date delle prossime elezioni portato avanti dalla “presidente facente funzioni” della giunta, Antonella Stasi. Che adesso – in base all’ordinanza del Tar – dovrà indire le elezioni entro il 15 settembre. Saranno le prime che porteranno a un Consiglio di 30 membri, rispetto ai 50 attuali. Altra novità – introdotta dalla nuova legge elettorale e non impugnata dal governo – riguarda la cancellazione dei 5 Collegi a favore delle circoscrizioni Centro (Catanzaro-Crotone-Vibo), Sud (Reggio) e Nord (Cosenza). La ripartizione dei seggi sarà effettuata dividendo il numero degli abitanti della regione per il numero dei seggi della quota circoscrizionale. Le varie liste elettorali saranno composte in modo che ci sia almeno un candidato residente per ciascuna delle province corrispondenti.
Adesso manca solo l’ultimo atto, poi la Calabria avrà le sue regole finali per andare al voto (la legge elettorale è un provvedimento ordinario ed è subito effettiva). «Portiamo cosi a compimento – ha commentato ancora Talarico – tutti gli impegni cui abbiamo dato assoluta priorità all’indomani delle dimissioni del presidente Scopelliti: lo Statuto regionale, l’approvazione dell’assestamento di bilancio e dei fondi comunitari per dare risposte alle imprese, alle famiglie e al sistema economico e sociale calabrese e infine la legge elettorale. Avremmo potuto benissimo far valere le nostre ragioni, come si è fatto per lo Statuto, anche per quanto riguarda la legge elettorale davanti alla Corte costituzionale, convinti come siamo che le posizioni da noi più volte esplicitate siano più che costituzionalmente fondate. Infatti, l’obiettivo dello sbarramento del 15% era quello di assicurare la governabilità, evitando frammentazioni strumentali, senza pregiudicare la partecipazione delle forze politiche principali alla competizione elettorale. Ma, proprio al fine di evitare che nel prosieguo la nuova legislatura corra il rischio d’incorrere in problematiche giudiziarie, ho deciso di convocare un’apposita seduta di Consiglio».
Residua un ultimo dubbio: sarà proprio questa l’ultima riunione del Consiglio? «Penso proprio di sì – dice Talarico –. Approviamo questa legge e poi basta».
Pietro Bellantoni
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