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I renziani: «Mirabello ha usato come foglia di fico il simbolo del Pd. Si dimetta»

VIBO VALENTIA «Non sono i renziani a essere fuori dalla lista del Pd, è il Pd vibonese e il suo segretario provinciale che sono fuori dal Partito democratico». È l’incipit, eloquente, di una nota s…

Pubblicato il: 08/09/2014 – 16:08

VIBO VALENTIA «Non sono i renziani a essere fuori dalla lista del Pd, è il Pd vibonese e il suo segretario provinciale che sono fuori dal Partito democratico». È l’incipit, eloquente, di una nota stampa firmata da diversi sindaci e amministratori del Vibonese che si riconoscono nella componente renziana del Partito democratico. «Ciò che è accaduto con la presentazione delle liste dei candidati per le elezioni provinciali di secondo livello ha dell’incredibile. Il segretario vibonese Mirabello – si legge nella nota – ha consentito l’utilizzo del simbolo del partito per la presentazione di una lista nella quale ci sono 4 esponenti del centrodestra su 10 candidati in totale, spacciando questa scelta per apertura ad “amministratori indipendenti”». Oggetto degli strali dei renziani, ovviamente, l’altra componente del partito, ovvero gli ex cuperliani che fanno riferimento al deputato Brunello Censore e al segretario provinciale Michele Mirabello.
«Sin dall’inizio – proseguono i renziani – Mirabello ha fatto un uso strumentale della propria carica, confondendo le acque e evitando di convocare l’assemblea degli amministratori del Pd, ma limitandosi a organizzare due riunioni, una sabato scorso, ad appena 48 ore dalla presentazione delle liste, e l’altra, la seconda e ultima, addirittura domenica sera alle 22, a circa 12 ore dal termine ultimo di presentazione. Nel corso di questi surreali incontri, ai quali non sono stati invitati neppure gli unici due sindaci vibonesi eletti a suo tempo con liste del Pd, quelli di Filadelfia e Rombiolo, Mirabello ha lanciato un improbabile appello all’unità e alla presentazione di una lista comune, ben sapendo che le liste non erano più modificabili per ovvi motivi di tempo (ogni candidatura deve essere sostenuta per legge dalle firme autenticate di 80 consiglieri comunali)». I renziani però, a loro dire, si sarebbero dimostrati pronti «a sostenere un candidato presidente di superamento» sul quale far convergere le due anime del partito. «La tempistica, sebbene risicata, questo lo avrebbe consentito. Ma da parte di Mirabello – si legge ancora nella nota – e della sua area c’è stato un netto rifiuto che ha palesato definitivamente la sua strategia dilatoria e strumentale. Si è quindi giunti alla presentazione oggi di due liste civiche contrapposte e due diversi candidati alla presidenza, ma per salvare la faccia e cercare di confondere ulteriormente l’opinione pubblica, Mirabello ha usato come foglia di fico il simbolo del Pd. Simbolo che non poteva essere utilizzato. In realtà, nessuno avrebbe potuto farlo, per il semplice motivo che stiamo parlando della composizione di un ente di secondo livello, la nuova Provincia post-riforma, per la quale a votare sono soltanto consiglieri e sindaci, in stragrande maggioranza eletti a suo tempo in liste civiche. In questo modo Mirabello e la sua area espongono il Pd al rischio di una clamorosa sconfitta, oltre a perpetrare una scandalosa strumentalizzazione del ruolo di segretario provinciale del partito. Per questi motivi, chiediamo a Mirabello di prendere atto senza ipocrisie di quanto accaduto e rassegnare immediatamente le sue dimissioni». La nota porta in calce la firma dei seguenti sindaci e consiglieri comunali del Vibonese: Russo, De Sossi, Talarico, Pelaggi (Vibo); De Nisi (Filadelfia); Crupi (Mileto); Pulitano (Pizzo); Niglia (Briatico); Navarra (Rombiolo); Servello (Vallelonga); Caparra (Zaccanopoli); Vita (Drapia); Bova (Polia); Villì (Vazzano); Mangiardi (Sorianello); Nobile (Francavilla Angitola); Condello San Nicola da Crissa); Bellissimo (Monterosso); Disì (Stefanaconi).

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