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“Inciucio” in salsa vibonese. E i renziani sono fuori dalla lista del Pd

VIBO VALENTIA Alla fine ha retto l’accordo trasversale di cui il Corriere della Calabria ha anticipato i contorni giovedì scorso: i renziani vibonesi sono rimasti fuori dalla lista ufficiale del Pd…

Pubblicato il: 08/09/2014 – 10:41
“Inciucio” in salsa vibonese. E i renziani sono fuori dalla lista del Pd

VIBO VALENTIA Alla fine ha retto l’accordo trasversale di cui il Corriere della Calabria ha anticipato i contorni giovedì scorso: i renziani vibonesi sono rimasti fuori dalla lista ufficiale del Pd e alla fine sono confluiti nello schieramento “civico” che, assieme a pezzi di Ncd, di Fi e FdI, sosterrà la candidatura a presidente della Provincia di Andrea Niglia, rieletto sindaco di Briatico nel maggio scorso alla guida dell’unica lista che in quell’occasione prese parte alle elezioni comunali. A contendere a Niglia la poltrona più alta di palazzo ex Enel saranno Sergio Rizzo, sindaco di Maierato che guida la lista targata Pd ispirata dal deputato Brunello Censore, e Giuseppe Raffele, consigliere comunale serrese a capo dello schieramento che vede alleati Udc e Ncd.
I registi principali dell'”inciucio”, travestito da alleanza «per il bene del territorio», sono stati l’assessore regionale Nazzareno Salerno, scopellitiano doc, l’ex presidente Francesco De Nisi (Pd, area Renzi) e il consigliere regionale forzista Salvatore Bulzomì, e pare che per la scelta del candidato che ha unito questo schieramento quantomeno eterogeneo sia stata decisiva la mediazione di Francesco Cavallaro, ex sindaco di Dinami e segretario nazionale della Cisal.
Evidentemente non sono andati a buon fine né i tentativi di mediazione da parte della segreteria regionale dei democrat né gli appelli all’unità lanciati fino all’ultimo dal segretario provinciale Michele Mirabello. Nulla da fare: l’accordo “civico” con larga parte del centrodestra evidentemente era stato già concluso e non si poteva più tornare indietro.
Le elezioni di secondo livello si sono così tramutate in una spietata lotta di potere in cui gli attori principali, più che preoccuparsi delle condizioni del territorio e di un ente messo in ginocchio da anni di clientelismo e cattiva gestione, hanno fatto di tutto per rimanere a galla cercando di mettere fuori gioco gli avversari interni ai partiti di appartenenza. Così ci si ritrova con gli uomini di Salerno – che fino all’altro ieri lanciava critiche di fuoco contro chiunque avesse gestito la Provincia, amministrata per circa un ventennio dal centrosinistra – affiancati ai fedelissimi di De Nisi, che di quegli strali è stato più volte il bersaglio principale. E ci si ritrova con esponenti della corrente renziana – su tutti Pasquale Fera, che proprio assieme a Gianluca Callipo era un componente della giunta De Nisi – che, in barba al tanto propagandato rinnovamento, sono affiancati in lista da uomini di destra come Ovidio Romano (sindaco di Simbario, FdI) e Nino Macrì (consigliere comunale tropeano di Fi, vicino anche a Salerno). In mezzo l’Udc, che aveva avuto un’interlocuzione poi svanita con il Pd (area Censore), e l’Ncd ufficiale rappresentato dal consigliere regionale Alfonso Grillo (area Gentile), che si sono uniti per sostenere la corsa alla presidenza del consigliere comunale serrese Pino Raffele.

 

Sergio Pelaia

s.pelaia@corrierecal.it

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