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Mirabello: «L'evidenza dei fatti supera la malafede»

VIBO VALENTIA «La mia umile storia politica mi ha sin qui insegnato a evitare che le discussioni interne al partito che mi onoro di servire ininterrottamente, da costituente e sin dalla sua nascita…

Pubblicato il: 08/09/2014 – 17:26

VIBO VALENTIA «La mia umile storia politica mi ha sin qui insegnato a evitare che le discussioni interne al partito che mi onoro di servire ininterrottamente, da costituente e sin dalla sua nascita, vengano riportate sulla stampa a colpi di comunicati. Lo stesso ruolo che rivesto dopo aver vinto largamente il congresso provinciale mi ha imposto sin qui di mantenere atteggiamenti seri e responsabili e di rifuggire sterili e inutili polemiche. Ciononostante la nota stampa diffusa da alcuni esponenti del mio partito e da altri amministratori che non vi fanno parte, o che fanno parte di altri partiti, e che pertanto non hanno titolo ad affrontare questioni che competono alle dinamiche del Pd, mi impone qualche veloce puntualizzazione». È quanto afferma in una nota il segretario provinciale del Pd vibonese, Michele Mirabello, che così risponde alle accuse rivoltegli dagli esponenti renziani del suo partito in merito alla composizione delle liste per le elezioni provinciali che si terranno il prossimo 28 settembre.
«A seguito di un documento redatto dalla mia segreteria provinciale in data 20 agosto – prosegue Mirabello – avevo avviato una fase di consultazione di sindaci, dirigenti del Pd e amministratori locali con la finalità di vagliare ipotesi e proposte per le lezioni provinciali. Il percorso stabilito avrebbe dovuto iniziare proprio dal gruppo consiliare di Vibo città lunedì 25 agosto, prontamente convocato a mezzo del capogruppo Talarico. Sta di fatto che dopo un rinvio richiestomi dallo stesso Talarico, che mi rappresentava l’incombenza di una riunione d’area politica, sono stato convocato insieme a tutti i rappresentanti delle sensibilità presenti in federazione dal segretario regionale, che ha avocato a sé la discussione, ha varato una commissione interna composta da Soriano, De Nisi, Pellegrino, Fera, Monteleone e il sottoscritto e ha messo in campo un confronto all’interno di un percorso che ho seguito passo dopo passo senza eccezione alcuna».
Secondo il segretario vibonese dei democrat anche la convocazione della direzione provinciale – «che avrei voluto fissare subito» – è stata «concordata decidendo di rimandarla fino all’ultimo giorno utile proprio per raggiungere l’intesa e non andare ad una spaccatura del partito».
«Tutti i passaggi – prsoegue Mirabello – sono stati concordati con il regionale e nell’ultimissima fase anche con il nazionale. Del resto, la medesima direzione provinciale di sabato, cui è stato formalmente invitato il regionale, che ha presenziato con delegato Giovanni Puccio, si è conclusa con la votazione di un dispositivo aperto, che prevedeva la delega alla presentazione della lista del partito, con un candidato alla presidenza Pd, previa ricerca dell’unità sino all’ultimo momento utile».
Questi, secondo il segretario provinciale, i fatti che hanno portato alla spaccatura interna.
«Ora, spiace dirlo, dopo aver messo a disposizione del segretario regionale e del partito ogni disponibilità, e aver seguito in maniera precisa inviti ed indicazioni sul percorso, e aver ricevuto fino all’ultima sera un rifiuto di qualsiasi soluzione, notificato in vivavoce a Magorno, mi pare surreale leggere richieste di mie dimissioni. Quanto alla lista, la prudenza consiglierebbe ben altri atteggiamenti. Sorvolando – si legge ancora nella nota – sul candidato alla carica di presidente, chi candida nella propria lista denominata “adesso”consiglieri comunali di Ncd di Vibo città (Carnovale), il capogruppo uscente del Pdl dell’ultimo consiglio provinciale (Macrì), il sindaco di Fratelli d’Italia di Simbario (Romano), il sindaco Ncd di Zungri (Galati), un consigliere comunale di Ncd di Serra (Callà), uno di Nicotera (Polito) farebbe bene, prima di fare improbabili prediche di guardare bene in casa propria. La pruriginosa ricerca della pagliuzza negli occhi degli altri, accecati dalla trave, non può che restare totalmente infruttuosa. L’evidenza dei fatti, fotografata da tutti gli osservatori regionali, supera ogni ridicolo tentativo di rimpallare agli altri fatti e responsabilità che da oggi, dentro al partito, ognuno dovrà assumersi».

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