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Comunali a Reggio, polemiche sulle alleanze di Falcomatà

Ci sarà anche l’Udc nella coalizione che sosterrà Giuseppe Falcomatà nella corsa a sindaco? L’ala centrista del modello Reggio finirà per approdare sotto il grande ombrello di chi rispetto a quelle…

Pubblicato il: 14/09/2014 – 20:07
Comunali a Reggio, polemiche sulle alleanze di Falcomatà

Ci sarà anche l’Udc nella coalizione che sosterrà Giuseppe Falcomatà nella corsa a sindaco? L’ala centrista del modello Reggio finirà per approdare sotto il grande ombrello di chi rispetto a quelle politiche e gli uomini che le hanno sostenute ha promesso “una svolta”? E’ un quesito per adesso destinato a rimanere senza risposta quello che negli ultimi giorni sembra far agitare gli animi negli opposti schieramenti politici, già infuocati dalla campagna elettorale per le comunali del prossimo 26 ottobre a Reggio Calabria. Toccherà – filtra dall’entourage di Falcomatà, oggi sul punto militarmente silenzioso – a una riunione di coalizione a decidere cosa fare della disponibilità manifestata dall’Udc a schierarsi contro gli antichi alleati del centrodestra, che – a quanto pare- non gradito molto la possibilità di vedersi “scippare” i voti e i numeri dei centristi. <<Operazioni che non sapremmo se definirle a “valenza politica” o più semplicemente e più verosimilmente “indicibili”>>, le bolla Franco Germanò, che non senza livore, lancia un indignato allarme sulla possibile candidatura a sostegno di Falcomatà <<di alcuni ex consiglieri comunali e di stretti parenti di un ex assessore delle giunte di centro-destra che hanno governato la città negli scorsi anni.Marino, Anghelone, Emiliano Imbalzano, Bagnato, Crupi, Leo>>. Soggetti – sottolinea – che negli anni scorsi hanno dato il proprio appoggio a <<molti atti politici e amministrativi che hanno dato corpo e senso al Modello Reggio>>. Presenze quanto meno ingombranti per il candidato del centrosinistra, che pubblicamente ha più volte promesso che <<noi non staremo mai con chi ha partecipato allo sfascio della città. Altrimenti prenderemmo in giro noi stessi. Una delle discriminanti sarà l’appartenenza, o meno, al blocco amministrativo che ha causato lo sfascio della città>>. Parole impegnative, dette e ripetute con convinzione ma che sembrano cozzare con i recenti abboccamenti con l’Udc. Una contraddizione in cui Germanò non esita a puntare il dito <<il giovane Falcomatà dovrebbe spiegare alla città se, con la candidatura nelle proprie liste di tali personaggi, riconosce la validità delle scelte e la qualità degli uomini che hanno governato la città negli anni scorsi, se in sostanza pensa che in fondo il Modello Reggio sia stata un’esperienza positiva per la città tanto da “imbarcarsi” uomini e forze politiche che ne sono stati protagonisti indiscussi>>, o se in alternativa a pesare davvero non siano i pacchetti di voti che i centristi possono garantire. <<Se queste voci di corridoio, sia relativamente alle candidature che alle promesse dei ruoli da ricoprire, dovessero non corrispondere alla realtà – conclude Germanò – allora invitiamo Falcomatà a smentirle pubblicamente e a mantenere l’impegno a non candidare nelle proprie liste “chi ha partecipato allo sfascio della città”>>. Quesiti e inviti cui né il candidato, né la coalizione, né il Pd sembrano avere – almeno per adesso – voglia di rispondere, ma che hanno stimolato a stretto giro una piccata risposta dei centristi, che non ci stanno a farsi dare dei voltagabbana, soprattutto dal <<veterano Franco Germanò, già tesserato della Dc>> ma che oggi <<si erge ad alfiere e moralista della linea politica del novello Ncd>>. All’indirizzo di Germanò non arriva solo una conferma delle trattative in corso con il centrosinistra, ma soprattutto è con una nettezza fino ad oggi sconosciuta che Bruno Bagnato, Andrea Crupi e Vincenzo Roberto Leo – tutti nomi noti dell’Udc – si scagliano contro il <<percorso politico ricco di proclami, annunci, false promesse e slogan carichi di suggestione che hanno spezzato, per la loro falsità, qualunque speranza alla città ed ai cittadini di Reggio ed a tutte le categorie sociali ed imprenditoriali>> fino a qualche condiviso con il centrodestra. <<Rifletta bene il veterano Germanò – ricordano i centristi – non tanto sui nostri movimenti, in sintonia con il governo nazionale che sosteniamo con lealtà, lo stesso in cui si trova l’Ncd occupando ministeri importanti, quanto piuttosto sulle motivazioni che ci spingono a farlo e sulla eredità che otto anni di Governo Scopelliti al comune di Reggio hanno lasciato. Allora capirà che il punto di demarcazione fra noi e loro sta in una piccola ma essenziale parolina “libertà”. Proprio perché a questa parolina noi diamo valore, quindi non siamo servi né sudditi a nessuno, in piena autonomia, abbiamo fatto la nostra scelta>>. Una scelta che rischia di creare problemi – e non pochi – anche nell’ala sinistra della coalizione che sostiene Falcomatà e già ha digerito molto di malavoglia le aperture a destra del giovane candidato reggino. L’appoggio incondizionato che buona parte di quella sinistra extra Pd ha fornito al giovane candidato fin dalle primarie, nonostante i buoni propositi di chi si riprometteva di “spostare a sinistra i democratici”, non ha impedito a Falcomatà di imbarcare prima i i democratici di “A testa alta” di Giuseppe Bova, con i quali sono state evidentemente superate le feroci polemiche pre e post primarie, passate anche per un’accusa di brogli, quindi i Socialisti di Stefania Craxi ed infine quel che rimane del Partito repubblicano di Francesco Nucara, tutti fino a qualche tempo fa convintamente organici al centrodestra. Presenze per nulla gradite all’anima sinistra della coalizione, a partire da Sel e Pdci che avranno non pochi problemi a giustificare tale coabitazione alla propria già risicata base, ma che soprattutto – si segnala con allarme – potrebbero allontanare quell’area larga di elettorato di sinistra che con entusiasmo aveva gonfiato i seggi alle primarie e oggi si ritrova deluso dal rapido scivolamento a destra del giovane candidato. Un rischio di cui Falcomatà sembra consapevole, anche se probabilmente non basteranno gli appelli “a fare quadrato” per invertire la rotta.

 

Alessia Candito

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