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Antimafia, De Raho davanti alla Commissione

REGGIO CALABRIA Tornerà ad essere ascoltato dalla commissione parlamentare Antimafia, il procuratore Federico Cafiero De Raho. Il capo della Dda reggina è atteso domani pomeriggio a Roma per un’aud…

Pubblicato il: 16/09/2014 – 16:21
Antimafia, De Raho davanti alla Commissione

REGGIO CALABRIA Tornerà ad essere ascoltato dalla commissione parlamentare Antimafia, il procuratore Federico Cafiero De Raho. Il capo della Dda reggina è atteso domani pomeriggio a Roma per un’audizione straordinaria di fronte ai parlamentari della commissione che, fin dall’insediamento, ha deciso di monitorare – con estrema attenzione – quanto succeda a Reggio Calabria. Stando a quanto filtra, oggetto dell’audizione del procuratore Cafiero De Raho saranno gli sviluppi investigativi dell’inchiesta su Amedeo Matacena, che l’8 maggio scorso ha portato all’arresto – fra gli altri – anche dell’ex ministro dell’Interno prima, quindi delle Attività Produttive e dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola. Sebbene parte dell’indagine abbia già avuto sbocco processuale, per alcuni degli indagati – fra cui lo stesso ex ministro e coordinatore di Forza Italia e la moglie di Matacena, Chiara Rizzo –, le attività investigative proseguono su un altro e forse più inquietante filone. Per il pm Giuseppe Lombardo e il sostituto della Dna Francesco Curcio che coordinano l’inchiesta, il progetto di «mettere in salvo Matacena» non sarebbe stato dettato semplicemente da interessi personali o familiari, ma necessario alla tenuta di un’intera organizzazione. Una struttura composta da uomini di Stato, imprenditori e faccendieri che si sarebbe messa in moto per tutelare la libertà e l’operatività di Matacena, quale – ipotizzano i pm – «stabile interfaccia della ‘ndrangheta, nel processo di espansione dell’organizzazione criminale, a favore di ambiti decisionali di altissimo livello». Un’organizzazione, o meglio una «associazione per delinquere segreta collegata all’associazione di tipo mafioso e armata denominata “‘ndrangheta” da rapporto di interazione biunivoca al fine di estendere le potenzialità operative del sodalizio di tipo mafioso in campo nazionale ed internazionale», che gli inquirenti hanno iniziato a ricostruire proprio a partire dalle innumerevoli telefonate fra l’ex ministro Scajola e la donna. Tutti aspetti che, probabilmente, la commissione parlamentare sente la necessità di approfondire, a testimonianza della perseverante attenzione prestata alla realtà calabrese. Non più tardi di un mese e mezzo, i parlamentari antimafia avevano già convocato il procuratore Cafiero De Raho per un’audizione straordinaria – tutta centrata sulle inquietanti ingerenze delle cosche nei riti religiosi delle comunità – quale ennesima prova della profonda infiltrazione delle ‘ndrine nella vita dei paesi calabresi, come pure sulle risultanze dell’operazione Rifiuti 2. Un appuntamento poi saltato a causa degli allora concomitanti lavori d’Aula dei parlamentari, nella rovente settimana di fine luglio impegnati nel tour de force imposto dal Governo sulle riforme, ma cui la commissione ha deciso di non rinunciare. Il motivo di tale persistente interesse, lo aveva probabilmente spiegato già mesi fa lo stesso procuratore Cafiero De Raho, che alla fine di aprile, al termine di un incontro con la commissione all’epoca in missione nella città calabrese dello Stretto aveva sottolineato: «Reggio è uno snodo fondamentale, soprattutto perché la ‘ndrangheta ha preso il monopolio delle attività criminose più produttive, che finiscono per influire anche sull’economia e per condizionare la politica locale. Credo che la Commissione abbia il polso esatto di quella che è la situazione di Reggio e il suo ritorno qui significa che c’è quell’attenzione che Reggio merita, ma è anche un segnale per tutte quelle persone perbene che credono nelle istituzioni e soprattutto in uno Stato che riesce a recuperare».

 

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it

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