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Padre Fedele, attesa la sentenza della Cassazione

COSENZA Attesa per domani, mercoledì 17 settembre, la sentenza della Cassazione su Padre Fedele Bisceglia e sul suo segretario Antonio Gaudio, condannati, in primo e secondo grado, per violenz…

Pubblicato il: 16/09/2014 – 7:38
Padre Fedele, attesa la sentenza della Cassazione

COSENZA Attesa per domani, mercoledì 17 settembre, la sentenza della Cassazione su Padre Fedele Bisceglia e sul suo segretario Antonio Gaudio, condannati, in primo e secondo grado, per violenza sessuale ai danni di una suora. Il verdetto dovrebbe arrivare nella giornata di domani, ma ormai il condizionale è d’obbligo dal momento che la decisione doveva essere presa già lo scorso 1 aprile (secondo rinvio, dopo il primo avvenuto lo scorso 10 gennaio). A determinare lo slittamento dell’udienza in calendario – collegio presieduto da Claudia Squassoni – è stata l’astensione del consigliere Amedeo Franco che si era già occupato, sempre in Cassazione, di questa vicenda. 
Padre Fedele è stato condannato in primo grado e in appello a 9 anni e 3 mesi di carcere, mentre Gaudio a 6 anni e 3 mesi. 

 
DALL’ARRESTO ALLA CONDANNA IN PRIMO GRADO
La bufera giudiziaria si è abbattuta sul «monaco» – come tutti chiamano a Cosenza l’ex frate ultrà – il 23 gennaio del 2006 quando venne arrestato assieme a Gaudio dagli agenti della squadra mobile della città dei Bruzi perché una religiosa delle Francescane dei poveri accusò i due di averla violentata per cinque volte nell’Oasi francescana, la struttura d’accoglienza fondata dal religioso. Nel frattempo l’ex frate viene sospeso a divinis e non appartiene più al suo Ordine. Nel gennaio del 2008 il gup del Tribunale bruzio, Livio Cristofano, rinvia a giudizio il sacerdote e Gaudio. Due mesi dopo, l’11 marzo, inizia il processo. Il collegio giudicante decide di seguire la linea della riservatezza, come avviene nei casi di violenza sessuale: dibattimento a porte chiuse. Un processo complesso e dunque difficile da seguire. Dopo innumerevoli udienze fiume, una marea di testimonianze e consulenze – il processo di primo grado è durato tre anni –, i giudici condannano padre Fedele a nove anni e tre mesi di reclusione e Gaudio a sei anni e tre mesi perché – come si leggerà poi nelle motivazioni della sentenza – la ricostruzione della suora «è priva di contraddizioni e salti logici ed espone con coerenza, logicità e lucidità tutti gli episodi cristallizzati nei diversi capi di imputazione». 
 
LA CONFERMA DELL’APPELLO 
La seconda fase inizia nell’ottobre dello scorso anno con il processo d’appello. Il collegio difensivo deposita una corposa memoria di 289 pagine in cui si rileva «la scarsa attendibilità della denunciante che l’ha vista coinvolta, nelle more di questo processo, in ben altri tre episodi di violenza sessuale ad opera di ignoti». Ma nessun dubbio sull’attendibilità della suora viene sollevato dal sostituto procuratore generale Raffaella Sforza che ha chiesto alla Corte di appello di Catanzaro di confermare la sentenza emessa in primo grado. E così è andata. In tutto questo tempo padre Fedele – che ha partecipato a ogni udienza dei due processi con il Rosario in mano – si è sempre dichiarato innocente, definendosi vittima di un complotto. 
Adesso tocca agli ermellini mettere la parola fine su una vicenda giudiziaria lunga e complessa e che ha avuto anche una forte eco mediatica.
 
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

 

 

 

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