REGGIO CALABRIA La partecipazione del M5S alle Comunali di Reggio è fortemente a rischio. Il motivo? La presunta “frammentazione” dei pentastellati dello Stretto. A paventare l’ipotesi è la deputata “grillina” Federica Dieni, che sul suo blog personale ospitato dal sito di Beppe Grillo tratteggia uno scenario carico di incertezze. «È il caso di ricordare – scrive – che non siamo un partito e quindi non ci sono vertici che decidono leader e liste in occasione delle elezioni locali. Siamo un’aggregazione di cittadini e sono quindi i cittadini a decidere. Nel caso di Reggio il nostro staff organizzativo ha ricevuto 3 richieste di certificazione per altrettante liste. Al momento, quindi, non è ancora possibile dire se il Movimento sarà presente alle elezioni». Le liste in questione sono quelle presentate dai tre Meet up cittadini – “162”, “Reggio Calabria 5 Stelle” e “Reggio 5 Stelle”. La Dieni spiega i motivi di questo possibile uscita di scena del Movimento: «Molto dipenderà dalla possibilità di ricondurre queste proposte a una scelta unitaria, altrimenti non si potrà dire se avremo una lista a Reggio Calabria». E, con una frase che potrebbe già suonare come una decisione in merito, la parlamentare grillina aggiunge: «Vi ricordo però che sarà possibile votare M5S alla Regione».
LA BASE NON CI STA
Le reazioni, piccatissime, alle parole della Dieni, non si sono fatte attendere. E, in perfetto stile grillino, viaggiano sulla Rete, su Facebook, in questo caso. Emiliana Ragno, candidata alle “Comunarie” sceglie la via dell’attacco frontale: «Mi sembra che ve ne stiate un po’ troppo lavando le mani. Arrivare in Parlamento grazie al lavoro degli attivisti e poi uscirsene con certe dichiarazioni, quando sapete benissimo che ci sono state altre città nelle medesime condizioni e si è comunque trovata soluzione finale grazie alle comunarie, è riprovevole. Mi auguro di non dovere dire domani che ai nostri deputati non interessa niente di Reggio o della Calabria. Ognuno se ne assumerà la responsabilità». La risposta della deputata arriva a stretto giro: «La responsabilità è di chi ha creato questa situazione e ancora non se ne rende conto. Già avere 3 liste quando il movimento è uno e l’obiettivo unico è indicativo dello stato di cose. Ribadisco che noi in quanto eletti portavoce dobbiamo potare in Parlamento le istanze del territorio sui temi e ripeto alcun tipo di ingerenza per quanto riguarda la stesura dellle liste a livello locale. È troppo facile prendersela sempre con gli altri e non riconoscere i propri errori. La libertà e l’autodeterminazione sono alla base di tutto. Quando si lavora bene sul territorio avere una lista sana è solo la conseguenza naturale». Finita? Certo che no. La candidata reggina replica al cianuro: «Le responsabilità sono di chi non accetta di stare dentro un’assemblea, di chi ha tentato sistematicamente di sovvertire le decisioni prese e boicottare un gruppo di cui non poteva fare il capo».
ALTRI “GUAI”
L’eventuale ritiro dei Cinque Stelle dalle Amministrative reggine si sommerebbe ad altri problemi piovuti tra il capo e il collo del Movimento negli ultimi giorni. Mentre si aspetta il risultato delle “Regionarie”, proprio ieri una militante della prima ora, Francesca Chirillo, ha minacciato di rivolgersi alla Procura di Catanzaro a causa della sua esclusione dalle liste per il voto online per la scelta dei candidati al consiglio regionale. «Ho inviato la mia candidatura avendo tutti i requisiti richiesti, ma stamattina – ha scritto – nell’andare ad esprimere il mio voto non mi ritrovo nella lista della mia circoscrizione. Qualcuno sa dirmi il perché?». Nel partito – secondo la Chirillo – «è in atto ormai da tempo una lotta intestina. Alcuni attivisti, che si comportano da gerarchi, hanno creato un mostro, peggiore della vecchia politica. Sono attesa di una risposta sul perché la mia candidatura è stata esclusa». Polemiche su polemiche. Come quella che riguarda un sospetto caso di “parentopoli” nel Movimento. Alle Regionarie ha infatti partecipato anche Diego Antonio Nesci, fratello della deputata Cinque Stelle Dalila. Candidatura legittima, ma gli attivisti calabresi sembrano non aver gradito la discesa in campo di un “parente illustre” che potrebbe avvantaggiarsi dell’influenza politica della sorella. La posizione del Movimento – riportata dal sito online al momento dell’apertura dei termini per le votazioni – non lascia spazio a dubbi: «Si diffidano gli eletti del M5S a qualunque carica di fare campagna elettorale per singoli candidati».
Grane a cui ora si aggiunge il caso reggino. Che potrebbe nuocere molto alla creatura di Grillo.
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it
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