CATANZARO «È opportuno e doveroso spiegare ai calabresi, anche tecnicamente, i motivi per i quali abbiamo deciso di nominare i commissari nelle Ao ed Asp vacanti». È l’incipit di una nota diffusa dall’ufficio stampa della giunta regionale e firmata dalla presidente facente funzioni, Antonella Stasi. «Nell’attuale periodo di prorogatio a seguito delle dimissioni del presidente Scopelliti, la giunta e i dipartimenti regionali – sostiene la Stasi – hanno uniformato la loro attività a seguito del parere dell’avvocatura regionale formulato il 17 luglio scorso. In quel parere l’avvocatura ha evidenziato che le nomine degli organi di vertice appartengono alla categoria degli atti di alta amministrazione i quali, come tutti gli altri atti di straordinaria amministrazione, possono essere emanati in periodo di prorogatio solamente se urgenti e indifferibili, quindi indispensabili al fine di assicurare il funzionamento dell’istituzione alla cui direzione gli organi di vertice sono preposti».
«L’avvocatura – si legge ancora nella nota – ha rilevato la necessità che fosse assicurata la continuità funzionale dell’attività amministrativa. Per questo, l’avvocatura regionale prima e la giunta dopo hanno condiviso l’opinione espressa dal dipartimento personale sull’opportunità di sostituire i dirigenti generali dei dipartimenti regionali scaduti nel presente periodo di prorogatio non con nuovi direttori generali, ma con la nomina dei reggenti».
«Successivamente la giunta – spiega la Stasi – ha dovuto prendere atto di un parere reso dall’Avvocatura dello Stato su richiesta del sub commissario generale Pezzi, a mente del quale, in costanza del periodo di prorogatio, la giunta non avrebbe potuto procedere all’adozione di alcun atto di alta amministrazione e quindi, in particolare, alla nomina dei vertici delle aziende del servizio sanitario regionale, pur essendo i direttori generali scaduti, considerato che le relative funzioni di direzione delle aziende avrebbero potuto essere svolte o dal direttore sanitario o dal direttore amministrativo, a seconda di chi fosse il più anziano o avesse ricevuto delega».
«Su questa tesi – prosegue la presidente facente funzioni – l’Avvocatura regionale ha osservato da un lato che la legge nazionale impone alle Regioni di provvedere entro un dato termine, 60 giorni, alla sostituzione dei direttori generali cessati dalla carica, e inoltre, che la legge regionale dispone che i contratti dei direttori sanitari e amministrativi si risolvono nel momento in cui il direttore generale che li ha nominati cessa dalla carica. Tra l’altro, ricordando che il parere dell’avvocatura di Stato non è vincolante, è opportuno aggiungere che in materia di sanità la Regione ha potere esclusivo. Inoltre, nessuna nota ufficiale è stata notificata dal ministero della Salute alla Regione. Siamo venuti a conoscenza di una nota stampa, che, ovviamente, non ha alcuna valenza giuridica. Lo stesso professor Michele Ainis, ordinario di diritto costituzionale e illustre giurista, il cui valore scientifico si ritiene che sia al di sopra delle parti, in un parere, non solo non ha escluso il potere di nomina dei direttori generali, ma ha evidenziato – osserva la Stasi – che come aveva già affermato l’Avvocatura regionale, che sarebbe stato più opportuno nominare dei Commissari invece che Direttori generali. In pratica è quello che la giunta ha fatto».
Sulla scorta di queste valutazioni l’esecutivo, «che ha dovuto registrare lo stato di confusione ormai regnante in tutte le aziende del servizio sanitario calabrese, con grave rischio per il rispetto al diritto alla salute dei cittadini e con la certezza che il protrarsi di tale situazione generasse ulteriori e sempre maggiori disfunzioni nell’erogazioni di un servizio così essenziale», ha ritenuto «che non fosse più dilazionabile – è la conclusione della Stasi – l’adozione di provvedimenti sulla materia ed ha quindi nominato i commissari, assicurando la continuità funzionale degli enti senza inquinare le scelte che dovranno essere effettuale dalla futura amministrazione».
La presidente facente funzioni, infine, fa presente che, per quanto riguarda l’Asp di Cosenza, si è proceduto all’integrazione della revoca già fatta dalla giunta, del dg Gianfranco Scarpelli con presa d’atto del rinvio a giudizio di quest’ultimo.
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