REGGIO CALABRIA Tecnicamente il decesso dell’uomo è dovuto ad arresto cariorespiratorio, ma toccherà alla Procura di Reggio accertare le cause e gli eventuali responsabili della morte del migrante il cui cadavere è stato imbarcato sulla nave Aliseo della Marina Militare, arrivata alle 11 a Reggio con a bordo 880 migranti, provenienti da diversi Paesi dell’area mediorientale e subsahariana, salvati dalla furia del Mediterraneo. Nonostante le pessime condizioni del mare, che nell’ultima settimana ha mietuto numerose vittime fra le centinaia di disperati che quotidianamente cercano di lasciarsi alle spalle guerre, fame, dittature e povertà, i migranti – 682 uomini, 125 donne e 72 minori, di cui due poco più che lattanti – sarebbero tutti in discrete condizioni di salute. È dunque solo per precauzione che non appena sbarcate verrà condotte in ospedale le donne incinte – una delle quali al nono mese di gravidanza – che ha affrontato il viaggio in barcone, mentre sono già stati isolati perché vengano sottoposti all’ormai rodato protocollo sanitario i 49 casi di scabbia.
«Una sindrome ordinaria in casi di malnutrizione e pessime condizioni igieniche, risolvibile con un trattamento topico della durata di due giorni», non si stancano di ripetere funzionari della Questura e della Protezione civile, che non esitano a utilizzare parole durissime nei confronti di chi «da mesi fa dell’ingiustificato e ingiustificabile allarmismo su inesistenti epidemie giocando sulla paura e l’ignoranza della gente». “Dicerie” assicura l’architetto Alampi, responsabile comunale della Protezione civile, che nonostante si siano diffuse a macchia d’olio non hanno fermato il continuo afflusso di volontari che dalla scorsa primavera si sono spesi per l’accoglienza dei migranti arrivati sulle coste reggine.
Solo pochissimi dei quasi 11.500 disperati che hanno sfidato il Mediterraneo in cerca di un futuro sono stati ospitati a Reggio Calabria, nelle due strutture predisposte allo scopo dalla Prefettura, e ancora di meno hanno scelto l’Italia come Paese in cui richiedere asilo. Dopo un paio di giorni, necessari per recuperare le forze, i più hanno continuato il viaggio verso la Germania, la Svezia, la Norvegia e altri Paesi del Nord Europa. Un proposito comune anche ai migranti che in queste ore stanno sbarcando a Reggio Calabria. Solo 92 – 51 a Cosenza e 41 a Catanzaro, più gli eventuali minori non accompagnati la cui tutela è di competenza del Tribunale dei minori di Reggio – si fermeranno in Calabria, mentre gli altri saranno smistati nei centri di accoglienza fuori regione secondo il piano predisposto dal Viminale che prevede che in 150 vadano in Piemonte, 200 in Lombardia, 250 in Veneto, 50 in Liguria, 60 in Toscana e 40 in Umbria.
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it
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