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Campanella, Falzea: lunedì dal notaio per la liquidazione

CATANZARO «Com’è noto, il presidente della Fondazione Campanella è stato costretto a convocare innanzi al notaio, per lunedì prossimo, i soci fondatori, Regione Calabria e Università Magna Grecia d…

Pubblicato il: 19/09/2014 – 17:49
Campanella, Falzea: lunedì dal notaio per la liquidazione

CATANZARO «Com’è noto, il presidente della Fondazione Campanella è stato costretto a convocare innanzi al notaio, per lunedì prossimo, i soci fondatori, Regione Calabria e Università Magna Grecia di Catanzaro, perché la situazione in cui versa l’ente è tale che risulta impossibile continuare a perseguire lo scopo sociale e occorre decidere in ordine alla sua messa in liquidazione». Lo affermano in una nota congiunta il presidente della Fondazione, Paolo Falzea, e il direttore generale Mario Martina. «Tale dolorosa e doverosa decisione – aggiungono – è stata più volte procrastinata in attesa che la Regione concretizzasse, così come si è ripetutamente impegnata a fare sin dal 2010, l’impegno diretto a scongiurare la chiusura del Centro oncologico. Purtroppo alle promesse non ha fatto seguito alcun atto concreto che non fosse una continua riduzione di risorse da fare affluire alla Fondazione, con la conseguenza che la situazione si è sempre più aggravata. Oggi, alla vigilia dell’appuntamento presso il notaio, si è tenuto un ennesimo incontro nella sede della giunta regionale che non ha prodotto alcun esito. Anzi, sconfessando gli indirizzi del Consiglio regionale, della giunta e del suo presidente, si rischia di mettere in discussione la stessa transazione definita con l’Avvocatura regionale su un preciso indirizzo della presidente Stasi».
«Riteniamo comunque – proseguono Falzea e Martina – che non si possa aggiungere nulla a quanto già è a conoscenza della Regione per averlo comunicato in decine e decine di lettere nel corso di questi anni, sin dal 2010, sia sulla gravità della situazione che si stava profilando, sia sulle cause di tale situazione, sia sui possibili rimedi. La situazione attuale vede la Fondazione destinataria di decreti ingiuntivi e di blocco delle forniture di medicinali e presidi con i dipendenti che non vengono pagati da mesi. La causa di tale situazione è la progressiva riduzione, irrazionale, a partire dal 2010 del budget da 40 milioni a 10 milioni, lasciando inalterata la struttura del Centro oncologico e, dunque, i costi fissi. La soluzione è il riconoscimento del debito della Regione nei confronti della Fondazione risultante dall’atto transattivo già concordato e il rimborso dei costi sostenuti dalla Fondazione per la gestione delle Unità Operative non oncologiche che avrebbero dovuto essere trasferite all’Azienda U.O. Mater Domini fin dal gennaio 2012. Oggi non è più possibile rinviare la decisione se salvare la Fondazione o metterla in liquidazione. Non assumere una decisione chiara ha l’effetto di aggravare una situazione difficile, facendo correre rischi ai malati e prolungando la sofferenza dei dipendenti». Falzea e Martina evidenziano inoltre che «il rinvio delle procedure di licenziamento di un mese, sino al prossimo 2 ottobre, chiesto dalla Regione, costerà alla Fondazione più di settecentomila euro che non si sa chi pagherà. L’avere imposto alla Fondazione, all’esito della riunione in Prefettura dell’ottobre dello scorso anno, alla quale hanno partecipato il rettore, la struttura commissariale, il prefetto, il presidente della Regione, il sindaco, di mantenere in servizio tutto il personale ha determinato per la Fondazione un costo aggiuntivo di circa 7 milioni di euro di cui oggi non si vuole fare carico nessuno. Se la Regione non ritiene o è nell’impossibilità di fare ciò che occorre per salvare il Centro oncologico è bene che lo dica con chiarezza e che decida subito di mettere in liquidazione la Fondazione. Certo è un fallimento del quale siamo tutti responsabili. Quello che dispiace di più – concludono i vertici della Campanella – è che i cittadini calabresi si troveranno costretti a pagare, con un ulteriore aumento delle loro tasse, il deficit della Fondazione dovuto a inadempienze e omissioni e si vedranno privati del loro Centro oncologico».

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