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Dopo la tempesta, il Pd

LAMEZIA TERME Non è ancora terso il cielo sopra il Pd. Grandi nuvole lo attraversano, condensate nei mugugni che accompagnano la relazione del segretario Magorno, nelle bordate che Callipo riserva …

Pubblicato il: 22/09/2014 – 19:08
Dopo la tempesta, il Pd

LAMEZIA TERME Non è ancora terso il cielo sopra il Pd. Grandi nuvole lo attraversano, condensate nei mugugni che accompagnano la relazione del segretario Magorno, nelle bordate che Callipo riserva a Oliverio, nelle ovazioni quasi rabbiose che quest’ultimo suscita nella sala dove mesi fa ha ottenuto la maggioranza dei consensi. La tempesta, però, sembra passata, questo sì. Perché la tanto attesa assemblea regionale del partito, se non riesce nell’impresa di sanare veramente le lacerazioni interne, quanto meno consegna alcune certezza. La prima e più importante: le primarie di coalizione si svolgeranno il 5 ottobre. L’assise ha ratificato la decisione e contestualmente approvato la relazione del segretario regionale e il documento ufficiale per le consultazioni. Un momento importante, sugellato anche dalla presenza del vicesegretario nazionale Lorenzo Guerini (presenti pure il ministro Maria Carmela Lanzetta e la neo componente della segreteria Stefania Covello).

 

I SASSOLINI DI MAGORNO
Quello di Magorno è un discorso carico di risposte tacite ma anche di prospettive per il presente e il futuro. «Guerini – dice – è venuto a trovarci nonostante il nostro sia un partito “vivace”. Oggi siamo qui e vogliamo dire che siamo pronti a raccogliere la sfida di vincere le Regionali. Il Pd deve cercare di andare avanti in questa avventura, ma io non sono un avventuriero come è stato detto, ho sempre condotto le mie battaglie a viso aperto. Chi è in campo per le primarie non deve sentirsi l’uno nemico dell’altro, dobbiamo essere uno stesso corpo per raggiungere l’obiettivo: sconfiggere la destra, nemica del centrosinistra e della Calabria». Poi, l’appello necessario: «Trovare la sintesi dopo il 5 ottobre». E c’è spazio per ricordare la volontà di applicare rigidamente il codice etico per le candidature, che sarà imposto anche agli alleati. «Noi – spiega Magorno – i voti della ‘ndrangheta non li vogliamo, stiamo da una parte diversa rispetto al centrodestra, che ha dato spazio al malaffare e alla corruzione». Infine, la metafora che sembra voler chiudere una lunga stagione di veleni: «Dobbiamo essere come i ricci che, quando sono in pericolo, si avvicinano fino a trovare la giusta misura per stare assieme».

 

I RICCI: CALLIPO E OLIVERIO
Mai metafora fu più azzeccata. Callipo nemmeno oggi si sottrae dal rifilare stilettate al suo diretto avversario, con cui «abbiamo progetti alternativi». Non lo nomina, ma il riferimento è più che chiaro: «Chi ha governato per 30-35 anni questa regione ora deve mettersi al servizio di una nuova classe dirigente. Serve una rivoluzione democratica che tracci una linea rispetto al passato». Oliverio evita di raccogliere? Nient’affatto, la replica è pronta e indispettita il giusto: «A Callipo che mi dà del dinosauro dico di misurare le parole, perché pare che dietro di lui ci siano molti dinosauri». L’avversario – insiste il presidente della Provincia di Cosenza – «non è al nostro interno, ma fuori. Dobbiamo fare capire ai calabresi i disastri provocati dalla giunta Scopelliti. Ma attenzione a cavalcare l’antipolitica. Il rischio è di prendere qualche voto in più alle primarie e di perderne alle Regionali».
Chi non partecipa alla “baruffa” è il terzo candidato non del Pd, l’outsider Giannetto Speranza, che confessa il dubbio circa la sua partecipazione alle primarie: «Sto pensando seriamente se scendere in campo. La mia intenzione è di ricostruire l’unità del centrosinistra. Ma sia chiaro: cercheranno di condizionarci. Ma non ho nessuna intenzione di vincere per poi vivere quello che ha vissuto la giunta Loiero».

 

GUERINI IL “RATIFICATORE”
In conclusione Guerini, che – dopo mesi di trattative – può finalmente esortare il Pd calabrese a serrare i ranghi in vista della sfida finale: «La vera partita si gioca il 23 novembre – insiste il vicesegretario –. Le primarie siano un momento di sana contrapposizione, senza guerre tra bande. Quale che sia il risultato delle primarie tutti dovranno essere impegnati a far vincere il Pd ed il centrosinistra. Spero di essere qui il giorno dopo a fianco di chiunque sia il designato. Sapendo che c’è anche una battaglia importante per Reggio Calabria da combattere»

 

FALCOMATÀ RICUCE
Grande attesa anche per Giuseppe Falcomatà, il primo democrat che – il 26 ottobre – si esporrà alla prova delle urne. Il candidato a sindaco ribadisce che «Reggio non può più aspettare, mentre dall’altra parte c’è chi, senza alcun rossore, nega quello che è successo in tutti questi anni». Ma Falcomatà trova anche il tempo per sancire la “pace fatta” con il suo rivale alle primarie cittadine, quel Mimmetto Battaglia che, per un certo periodo, ha coltivato il sogno di fare corsa al Comune lontano dalle insegne del Pd. «Lo ringrazio – afferma il giovane avvocato – per il lavoro a sostegno del centrosinistra. In molti si sono illusi sul fatto che le primarie ci avrebbero diviso, non è andata così».

 

L’EREDITÀ DI CANALE
È tempo di sintesi, tra le fila democratiche. Quella che è mancata nei mesi scorsi, quando le segreterie nazionale e regionale avevano individuato in Massimo Canale l’uomo giusto per il “rinnovamento unitario” del partito. Il veto di Oliverio, deciso a non farsi indietro, ha poi fatto naufragare tutto. Ma ora Canale lascia all’assemblea regionale la sua “eredità” politica, il suo esempio di uomo comunque fedele alle determinazioni del partito: «Ci lasciamo, e mi lascio – sottolinea –, una certa fase alle spalle. Ho dato la mia disponibilità solo nel caso di un’adesione di tutti. Poi non avrei mai potuto portare avanti una mia ambizione personale. Adesso ripartiamo con chi ci sarà. Abbiamo la possibilità di cambiare la Calabria, ma dobbiamo essere chiari su chi imbarchiamo e su chi lasciamo fuori da queste alleanze». Un accenno Canale lo riserva a Reggio: «Vinceremo al primo turno, lontani dai trasversalismi».

 

I SEGRETARI PROVINCIALI
«Dobbiamo riempire le primarie di questioni che interessano ai calabresi», ricorda il segretario provinciale Seby Romeo, convinto che «non basta dire che il centrodestra ha fallito. È possibile che tutto finisca lì dove è iniziato, a Reggio. Vincere qui significa mettere un’ipoteca sulle Regionali». Sulla stessa lunghezza d’onda gli omologhi di Cosenza e Catanzaro, Luigi Guglielmelli ed Enzo Bruno, concordi sulla necessità di rimanere uniti dopo il verdetto delle primarie. Michele Mirabello, invece, ritorna sull’inciucio alle Provinciali vibonesi, una polemica politica che due giorni fa ha spinto lo stesso Guerini a disconoscere le liste del Pd. «Vibo – attacca il segretario provinciale – è la cartina di tornasole di un partito. In questa vicenda ci sono corresponsabilità di tutti i vertici e nessuno può fare il pesce in barile». A testimonianza che la tempesta è passata, ma le nuvole ancora minacciano il cielo Pd.

 

Pietro Bellantoni

p.bellantoni@corrierecal.it 

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