Dal Cuneese al Catanese, da Genova alla Calabria, la piaga del lavoro nero viene smascherata e denunciata da più parti. In questa coda di fine estate la Guardia di finanza ha effettuato numerosi controlli proprio perché volge al termine la stagione nella quale è maggiore l’utilizzo di personale irregolare. Ma la piaga del lavoro nero “contagia” anche Poste italiane, questo almeno è ciò che Slc Cgil Calabria ha denunciato in una nota diffusa lo scorso 11 settembre. Dopo avere ricordato come molti dipendenti siano costretti a utilizzare la propria auto e a lavorare oltre l’orario d’obbligo per portare a compimento la propria prestazione lavorativa, il sindacato ha spiegato come, i dirigenti locali di Poste italiane «per supplire alla carenza di personale tollerano anche qualche strana collaborazione di lavoratori pensionati o ex ctd». Secondo un report della Cgia di Mestre, pubblicato nel 2013, i lavoratori in nero nel nostro Paese sarebbero circa 3 milioni per un’evasione stimata in 42,7 miliardi di euro. Sempre secondo questo report, la regione italiana con la maggiore incidenza percentuale del valore aggiunto da lavoro irregolare sul Pil è proprio la Calabria con il 18,3%, mentre al fondo della classifica c’è la Lombardia con il 4,5%.
x
x