LAMEZIA TERME Beni per due milioni e centomila euro riconducibili a Franco Trovato, ritenuto un elemento di spicco della cosca Giampà, sono stati sequestrati dalla guardia di finanza. Trovato è stato coinvolto nell’operazione “Perseo” condotta lo scorso anno contro le principali cosche di ‘ndrangheta di Lamezia Terme. Il provvedimento di sequestro preventivo, emesso dal Tribunale di Lamezia Terme su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, riguarda beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie.
Il sequestro di beni fatto stamani dai finanzieri del gruppo di Lamezia Terme ha interessato, oltre a Franco Trovato, ritenuto un elemento di spicco della cosca Giampà, anche altre 15 persone fisiche, tra familiari e prestanome, e due società controllate dallo stesso. Le Fiamme gialle, dopo l’operazione “Perseo”, hanno concentrato la loro attenzione verso i patrimoni che secondo l’accusa sono stati accumulati illecitamente grazie alle svariate attività criminali compiute negli scorsi anni. Sotto sequestro sono finiti tutti i beni risultati nella disponibilità di Trovato, indagato per associazione mafiosa, anche se risultavano formalmente intestati a diversi familiari, vari prestanome e società controllate. Gli accertamenti patrimoniali e reddituali delle Fiamme gialle, coordinate dalla Procura distrettuale di Catanzaro, hanno dimostrato che i beni sono di valore del tutto sproporzionato e ingiustificato rispetto ai redditi leciti dichiarati. In particolare sono stati sequestrati diversi terreni agricoli ed edificabili a Lamezia Terme e nelle zone vicine, un lussuoso condominio con piscina, la casa dell’indagato e dei suoi familiari, due ville, una a Nocera Terinese e una a Lamezia, un capannone industriale, quote di due società, otto auto di varie marche e una moto, disponibilità finanziarie e titoli di diverso genere rinvenuti nei conti e depositi bancari.
Dalle indagini patrimoniali è giunta la conferma del fatto che gli affiliati non parlano tra loro di investimenti o spese effettuate dai singoli. Anzi, è emersa ancora una volta l’evidente, reciproca diffidenza tra gli affiliati a far conoscere le rispettive disponibilità accumulate e il loro impiego. Nessuna informazione utile in merito, tranne qualche indizio, infatti, è stata fornita dai vari collaboratori di giustizia, anche se gli stessi sono stati sentiti più volte sul punto, dal momento, secondo la guardia di finanza, che nessuno era effettivamente in grado di fornire indicazioni sufficienti e utili all’individuazione dei beni e delle disponibilità finanziarie degli altri sodali. Cautele che, comunque, non hanno evitato il sequestro.
x
x