CATANZARO «Il contenuto della nota a firma della deputata del M5S Dalila Nesci appare, per un verso inesatto e, per altro verso, esorbitante rispetto ai limiti che la legge impone nell’ambito di un corretto esercizio del diritto di critica in ambito politico». Lo afferma, in una dichiarazione, il dirigente generale della Presidenza della Regione, avvocato Franco Zoccali, in riferimento alla nota della parlamentare Dalila Nesci. «In primo luogo, infatti – aggiunge – non pare revocabile in dubbio come la deputata ometta di riferire che, allo stato, non vi è nessun provvedimento impositivo della restituzione delle somme indicate. Nessun organo giudiziario o amministrativo ha accertato l’illegittima corresponsione degli emolumenti ai quali Nesci fa riferimento: conseguentemente, nessuna restituzione è stata disposta. Dimentica anche di riferire la Nesci, evidentemente perché non a conoscenza delle procedure stabilite dalla legge, che la relazione dell’ispettore del Mef non è atto di accertamento definitivo in quanto la stessa deve essere seguita non soltanto dalle controdeduzioni redatte dall’ente interessato, ma anche sulla base degli elementi di giudizio e conoscenza acquisiti, da parte dello stesso ente, dai singoli dirigenti interessati. Solo dopo aver esaurito questo procedimento e quello eventuale dinnanzi alla Corte dei conti, l’ente (e, per esso, coloro che verrano – eventualmente – individuati come responsabili del danno erariale) potrebbe essere condannato a versare all’erario la somma che verrà determinata dalla Corte medesima, ma non certo il destinatario dell’incarico, che, in quanto ha reso una prestazione di lavoro, non potrà essere condannato a restituire alcunché».
«Non si può poi accettare – dice ancora Zoccali – che un parlamentare della Repubblica italiana non approfondisca con la dovizia di attenzione e con le competenze che gli dovrebbero appartenere, gli argomenti dei quali intende occuparsi. Prima di lanciarsi in affermazioni del tutto destituite di fondamento, Nesci avrebbe dovuto documentarsi, studiare o anche semplicemente leggere la disposizione di legge applicabile alla mia posizione che, sia detto qui per inciso, non è certamente quella indicata nella relazione dell’ispettore del Mef. Di talché appare evidente come il tenore dell’articolo, nel quale la deputata riferisce in maniera perentoria di “15 milioni da recuperare per i dirigenti illegittimi” appaia inesatto e fuorviante per i lettori. Inoltre, per come prima accennato, l’utilizzo di espressioni come “c’è stato un mangia mangia spaventoso. Per esempio, il dirigente Franco Zoccali, amico di Scopelliti, deve restituire oltre 700mila euro” esse trascendono senza dubbio i limiti entro i quali l’articolo 68 della Costituzione – evidentemente anche questo ignorato – ritiene scriminate le dichiarazioni dei parlamentari».
«Pertanto ho dato mandato ai miei legali – conclude Zoccali – di tutelare la mia onorabilità nelle sede opportune».
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