COSENZA Due bossoli sono stati trovati nel luogo in cui, domenica scorsa, è avvenuto l’omicidio di Francesco Palazzo, 66enne di Pedace. I carabinieri della compagnia di Rogliano, con i colleghi del comando provinciale di Cosenza, nella giornata di martedì hanno eseguito un altro sopralluogo sulla scena del delitto. Per la morte di Palazzo e il ferimento del genero, che si trovava con lui assieme al figlio, è accusato Leo Franco Chimenti, 51enne di Serra Pedace. L’uomo da ieri ha lasciato l’ospedale di Germaneto, dove era ricoverato, ed è stato portato nel carcere di Cosenza. Nei suoi confronti, la Procura – le indagini sono coordinate dal procuratore capo Dario Granieri e condotte dal pm Giuseppe Visconti – ha emesso un decreto di fermo con l’accusa di omicidio e porto abusivo di armi. Oggi pomeriggio si svolgerà l’udienza di convalida. Sempre nel pomeriggio di oggi sarà conferito l’incarico al medico legale per eseguire l’autopsia sul corpo della vittima.
Secondo una prima ricostruzione, il delitto sarebbe stato originato da una lite riconducibile all’uso dei pascoli. Le mandrie di Chimenti – secondo quanto si è appreso – sconfinavano nei terreni di Palazzo distruggendo la verdura che l’uomo coltivava. Il figlio della vittima, sentito dai carabinieri della compagnia di Rogliano e da quelli del comando provinciale di Cosenza, guidati dal tenente colonnello Vincenzo Franzese, ha raccontato che domenica mattina era stato lo zio ad avvertire il padre: ancora una volta le mucche di Chimenti si trovavano nei loro terreni a Pedace. Il giovane ha precisato che gli animali del presunto assassino erano soliti da anni sconfinare nelle loro proprietà, principalmente tra settembre e ottobre. Palazzo con il figlio e il genero si è poi recato da Chimenti, che si trovava in un casolare dove aveva pranzato con un conoscente, e da quell’incontro la lite sarebbe degenerata. Le indagini proseguono per verificare l’esatta dinamica di quanto accaduto.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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