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Porto di Gioia, nuovo affare per i privati

LAMEZIA TERME Allarme rosso per la cabina di regia messa in piedi dal premier Matteo Renzi per coordinare gli interventi straordinari e comunitari in Calabria e in particolare a Gioia Tauro. C…

Pubblicato il: 25/09/2014 – 11:41
Porto di Gioia, nuovo affare per i privati

LAMEZIA TERME Allarme rosso per la cabina di regia messa in piedi dal premier Matteo Renzi per coordinare gli interventi straordinari e comunitari in Calabria e in particolare a Gioia Tauro. C’è il rischio che dopo il Porto venga interamente ceduto ai privati, nel caso in specie agli stessi che hanno in concessione esclusiva le banchine del porto, anche il terminal ferroviario. La cosa è stata formalmente portata all’attenzione del sottosegretario Delrio al quale è stata esibita la pubblicazione, da parte dell’autorità portuale, di un bando emanato il 28 agosto scorso, vale a dire in presenza della già costituita cabina di regia e nelle more della nomina del nuovo presidente dell’Autorità portuale, scaduto da tempo.
Tale bando lancia un “Avviso pubblico per l’individuazione della proposta di pubblico interesse ai sensi del comma 16 dell’articolo 153, del D.lgs. del 12.04.2006 n. 163/2006 relativa alla concessione comprensiva di progettazione definitiva ed esecutiva, realizzazione e gestione del “Nuovo terminal intermodale del porto di Gioia Tauro”.
Al riparo dalla burocratica definizione, nella sostanza il bando vedrebbe interessata un’unica società, la Sogemar di Melzo (Milano) interamente controllata dal gruppo Contshipitalia Spa. I bilanci della Sogemar, sinceramente, non sembrerebbe accreditarla come un grosso operatore ferroviario. Sino ad oggi, del resto, la Sogemar ha svolto un ruolo sussidiario in favore della sua capogruppo, per conto della quale si occupa di inviare via treno parte dei container in uscita dal porto di La Spezia, e cura l’intermodalità da Melzo per l’area industriale padana.
Tuttavia il bando così come concepito, e varato giusto due settimane dopo che Renzi era tornato a Reggio Calabria per la sua visita trimestrale e da Reggio annunciava la ripartenza delle Omeca, porterebbe a una concessione trentennale, da assegnare a un operatore privo di propri traffici ferroviari. A tacer del resto, il rischio per Gioia Tauro sarebbe mortale, visto che apre le porte a possibili tariffe, per i servizi da e per Gioia Tauro, molto elevate, tali da eliminare la concorrenza di altri vettori, anche pubblici.
Sicuramente diventerebbe antieconomico stringere rapporti con l’interporto di Bologna o di Verona, in quanto poi il trasferimento via ferrovia risulterebbe fuori mercato e non competitivo. Eppure proprio il rapido collegamento tra Gioia Tauro e il centro Europa, via Bologna e Verona, è l’obiettivo principale del nuovo ruolo strategico disegnato per Gioia Tauro.
E siccome attorno al Porto di Gioia Tauro il danno si è sempre unito alla beffa, ecco che dal bando si apprende che il terminal in questione risulta totalmente finanziato (20 milioni di euro) dallo Stato per cui la società che ne assumesse la gestione non avrebbe alcun problema di ammortamento, posto che non è chiamata a concorrere con propri investimenti.

In sostanza il terminal ferroviario, un po’ come accade per l’intero porto, invece che essere un’opera di opportunità strategica per Gioia Tauro e la Calabria, rischia di concretizzare un’ennesima rendita di posizione per alcuni monopolizzatori.

 

pa. po.

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