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Unical, verso la costruzione di un percorso per il diritto all’abitare

RENDE  Una cinquantina di studenti, tra esclusi, idonei non beneficiari e stranieri, si sono riuniti al Centro residenziale dell’Unical. Un’assemblea per il diritto all’abitare subito tramutat…

Pubblicato il: 25/09/2014 – 7:00
Unical, verso la costruzione di un percorso per il diritto all’abitare

RENDE  Una cinquantina di studenti, tra esclusi, idonei non beneficiari e stranieri, si sono riuniti al Centro residenziale dell’Unical. Un’assemblea per il diritto all’abitare subito tramutatasi in protesta. Diverse le problematiche emerse tra cui l’incongruenza tra il bando “Tasse, contribti, diritto allo studio e servizi” e il metodo di assegnazione e riassegnazione degli alloggi. Diversi studenti e studentesse degli anni successivi al primo, nonostante nella domanda dei benefici avessero chiesto la riconferma degli alloggi, hanno riscontrato il fatto che le loro stanze siano state assegnate a studenti e studentesse del primo anno. In mattinata la graduatoria definitiva dei primi anni è stata ritirata per errori del sistema, infatti molti studenti del primo anno si sono trovati a scorrere graduatorie errate e con il proprio valore ISEE pubblicato al lato del proprio nominativo. Trasparenza o non rispetto della privacy? Il fallimento delle politiche della neonata gestione del centro residenziale è stata anche sollevata dagli studenti stranieri che hanno lamentato il fatto di essere stati “ghettizzati” nel quartiere Mesonettes ormai assegnato solo a studenti Erasmus e studenti internazionali. Sono queste le politiche dell’internazionalizzazione, d’accoglienza e culturali dell’ateneo? Quest’anno anche la disabilità degli studenti sembra valere poco. Molti studenti portatori di disabilità anche superiore al 70%, infatti, sono risultati esclusi dalle graduatorie. Una serie di assurdità senza precedenti che vede protagonista anche la rappresentanza studentesca che ha approvato, insieme agli organi d’Ateneo, il nuovo bando, non dissentendo su nulla. Sono diversi i punti infatti su cui la rappresentanza ha sbagliato, tra cui accettare l’abbassamento del contributo universitario per le fasce più alte di reddito (per i redditi maggiori di 40.000 euro, la fascia più alta è stata abbassata da 1.400 euro a 1.300 euro), ignorando l’opportunità di creare altre fasce di reddito oltre i 40.000 euro. Al centro residenziale da quest’anno le comunicazioni viaggiano via web e non esiste quasi più il rapporto tra centro e studenti: è stato eliminato l’ufficio alloggi e parlare con un dirigente o un semplice addetto ai lavori sembra un’impresa non facile. Oggi infatti studenti e studentesse si sono visti chiuse le porte in faccia del centro residenziale e non è stata data alcuna risposta. Negli ultimi anni sono stati dismessi diversi studentati, messi in vendita e mai venduti, e sono stati costruiti altrettanti nuovi stabili come lo studentato Monaci saggiamente costruito da noti palazzinari che hanno riversato cemento e denaro sporco in tutto l’hinterland cosentino, non tenendo conto del rispetto dell’ambiente. Era il 23 ottobre scorso, venivano inaugurate le residenze San Gennaro insieme all’ex ministro Maria Chiara Carrozza, politici, polizia e studenti che avevano predetto il destino di quelle residenze, ovvero quello di esser gestite da privati esterni all’università! A oggi infatti manca ancora l’agibilità sullo stabile. Costruiamo insieme un percorso, orizzontale e condiviso, per cercare di sensibilizzare l’intera comunità accademica sul tema dell’abitare. Per un’università meticcia che valorizzi le differenze e che non le ghettizzi. Per un diritto all’abitare garantito a tutti e a tutte. Studentesse e studenti per il diritto all’abitare Unical.

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