REGGIO CALABRIA Chi si nasconde dietro i “rapitori” dei Bronzi? Ufficialmente semplici attivisti di un circolo culturale decisi a mostrare la propria solidarietà a Vittorio Sgarbi e alla sua crociata per i guerrieri all’Expo, i “talebani” che ieri hanno firmato la propria azione dimostrativa al Museo di Reggio Calabria sembrano avere radici e intenzioni politiche dal colore ben definito e che virano decisamente verso il nero. E nero è anche il passato politico del “talebano-capo”, Vincenzo Sofo, calabrese d’origine oggi consigliere di zona a Milano, ma in passato responsabile milanese di “Gioventù italiana”, la costola giovanile della Destra di Francesco Storace. Partito abbandonato in gran polemica nell’ottobre del 2009, per approdare sotto l’ala di Fabrizio Fratus, nome noto dell’estrema destra milanese, ex segretario dell’onorevole Daniela Santanchè, oggi riciclatosi ideologo di un curioso fronte antidarwinista, antievoluzionista e creazionista. Un passaggio segnato anche dalla pubblicazione di un capitolo a firma di Sofo nell’ultima fatica letteraria di Fratus, “Fascisti su Milano”, destinata – ammette lo stesso autore – ad aprire un canale di dialogo fra il mondo del neofascismo meneghino e la Lega. Un obiettivo cui lavorerebbero già diverse sigle fra cui “Patriae” – fondato dallo stesso Fratus – e il circolo culturale “Il Talebano”. Come? È lo stesso ex segretario della Santanchè a spiegarlo. «A fare da trait d’union fra queste due realtà è Vincenzo Sofo – ha detto nel corso di un’intervista rilasciata un paio di mesi fa –, un giovane che pur non avendo mai aderito al neofascismo ha firmato “Dalla destra alla Lega bye bye neofascismo”, l’ultimo capitolo del mio libro “Fascisti su Milano”, facendo una sintesi di quanto sviluppato in questi anni per poi metterlo in pratica tramite il Talebano. Oggi è uno dei più stretti collaboratori di Salvini».
Non è dato sapere come e in che misura il pupillo di Fratus stia collaborando con il segretario federale della Lega Matteo Salvini, ma nel frattempo, Sofo – oggi compunto responsabile del circolo culturale, dopo aver diretto il gruppetto riunito attorno alla rivista neofascista Sintesi – si sta facendo strada nel mondo dell’antievoluzionismo. Non è raro infatti che il suo nome compaia fra quello dei relatori in convegni battezzati dall’Aiso – quell’Associazione Italiana Studi sulle Origini che sostiene che «la materia e la vita non sono frutto del caso, ma del disegno e dell’opera di un Programmatore Eccelso» – ma di lui si ricordano soprattutto coreografiche proteste, organizzate spesso in tandem con i “cugini” di Forza Nuova. È il caso della contestazione delle celebrazioni organizzate per il centenario del naturalista Charles Darwin al noto liceo milanese Parini, o di quella montata contro la mostra sui crimini del fascismo nell’ex Jugoslavia, “Fascismo, Foibe, Esodo”, patrocinata dalla presidenza della Regione Lombardia e ospitata dal consiglio di zona di cui Sofo è rappresentante. Un’iniziativa sgradita al giovane rappresentante della Lega, che ha rivendicato l’azione dei 15 attivisti di Forza Nuova che hanno fatto irruzione nei locali, danneggiando e imbrattando i pannelli. A Reggio invece, i suoi colleghi “talebani” si sono limitati a simulare un rapimento dei Bronzi, celando la propria identità – politica – sotto la maschera di un circolo culturale “apolitico e apartitico”. Un’iniziativa che sembra incamminarsi nel medesimo solco tracciato da quelle “sentinelle in piedi” che pur presentandosi come «movimento apolitico e apartitico che si batte per la difesa della famiglia tradizionale», sono da tempo protagoniste a Reggio di una feroce campagna omofobica il cui pubblico portavoce è l’ex responsabile dei giovani del Msi-Fiamma Tricolore.
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it
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