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Occhiuto: «Bisogna rifiutare i voti della mafia e dei Gentile»

COSENZA «Bisogna rifiutare i voti della mafia e quelli dei Gentile». Mario Occhiuto spara a palle incatenate contro i fratelli più potenti della politica cosentina e regionale. E Occhiuto non è un …

Pubblicato il: 27/09/2014 – 9:42
Occhiuto: «Bisogna rifiutare i voti della mafia e dei Gentile»

COSENZA «Bisogna rifiutare i voti della mafia e quelli dei Gentile». Mario Occhiuto spara a palle incatenate contro i fratelli più potenti della politica cosentina e regionale. E Occhiuto non è un avventore da Bar sport, ma il sindaco di Cosenza, una sorta di feudo elettorale dove i fratelli Gentile spadroneggiano da un ventennio. Parole al veleno che il primo cittadino bruzio, a poche settimane dalle elezioni provinciali del 12 ottobre, affida al suo profilo Facebook. Titolo del post: “Gentile adotta i suoi soliti metodi”. E già come incipit non c’è male. Ma il bello arriva più avanti. «
I consiglieri – scrive Occhiuto – non possono essere trattati come pedine da spostare da una parte all’altra mortificando la propria dignità di persone e di amministratori. Bisogna opporsi ai sistemi di pressione mafiosa perché è proprio il loro ripetuto utilizzo che ha relegato la Calabria all’ultimo posto in Europa». Ecco: il sindaco parla una prima volta di «mafia». E lo fa riferendosi alle consultazioni di II grado che lo vedranno contendersi il ruolo di presidente con Marcello Manna, omologo di Rende ma soprattutto l’uomo “scelto” dagli stessi Gentile per conquistare la poltrona di capo della Provincia. Un vecchio pallino per i due germani bruzi. Nel 2009 era andata male.

Il più grande dei due, Pino Gentile, non era riuscito a imporsi contro il centrosinistra capitanato da Mario Oliverio. Ma da allora la voglia di rivincita non ha mai smesso di animare i cuori dell’attuale assessore regionale e del senatore alla guida dell’Ncd calabrese. Senza contare la rivalità con un’altra famiglia di peso, gli Occhiuto – Mario e il deputato Roberto –, con cui in passato non sono mancati gli screzi. Il più eclatante andato in scena a Palazzo dei Bruzi. Katya Gentile, figlia di Pino, è vicesindaco. Occhiuto la defenestra in seguito a una polemica in cui la Gentile in rosa gli dà dello «Schettino». Un capitano in fuga, un esempio di pavidità. Troppo per il sindaco, che revoca l’incarico e apre una profonda frattura nel centrodestra cittadino e non solo.
Ora siamo al redde rationem. «Le adesioni a un progetto – continua Occhiuto su Facebook –, e poi il voto, devono essere libere e spontanee e non frutto di coercizioni, false promesse e millanterie. Questa è soprattutto una battaglia di libertà contro le angherie, e per far superare la paura che ogni volta aleggia nell’aria quando scendono in campo questi “signori”». Il colpo di spingarda è solo in fondo, caustico fino al parossismo: «Ora – sentenzia il sindaco –, se si vuole il bene della Calabria, bisogna avere anche il coraggio politico di rifiutare per le elezioni regionali i voti della mafia e di Gentile. E sono sicuro che in questo modo i voti invece aumenteranno». L’ennesimo capitolo di una “faida” infinita.

 

Pietro Bellantoni

p.bellantoni@corrierecal.it

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