COSENZA Quando lo scontro arriva al suo acme si finisce in tribunale. È l’ultimo atto dell’ormai eterna lotta tra le due famiglie politiche di Cosenza più influenti. I Gentile e gli Occhiuto: rivali, concorrenti, anche alleati, ora nemici giurati. La “faida” infinita avrà adesso un’appendice in un’aula di giustizia. Pino Gentile querela Mario Occhiuto per le dichiarazioni «altamente diffamatorie e calunniose» postate ieri su Facebook. L’assessore regionale ha dato mandato al suo legale, Guido Siciliano, di passare alle vie di fatto contro un sindaco che – forse complice il clima esacerbato delle elezioni provinciali – si è lasciato andare a un politically uncorrect da Gentile ritenuto non tollerabile. Ma cosa ha scritto Occhiuto senior? Un presa di posizione netta, con una frase urticante: «Bisogna rifiutare i voti della mafia e quelli dei Gentile». Guerra aperta, ancora, sancita da un accostamento che – evidentemente – i fratelli di Ncd non intendono far passare sotto silenzio.
In un post dal titolo “Gentile adotta i suoi soliti metodi”, Occhiuto lascia trapelare tutto il fastidio per la candidatura alla presidenza della Provincia concorrente alla sua. Quella di Marcello Manna, sindaco di Rende appoggiato apertamente dai Gentile. Che, secondo il primo cittadino di Cosenza, userebbero ogni mezzo pur di riuscire a far vincere il “loro” candidato. «I consiglieri – scrive Occhiuto – non possono essere trattati come pedine da spostare da una parte all’altra mortificando la propria dignità di persone e di amministratori. Bisogna opporsi ai sistemi di pressione mafiosa perché è proprio il loro ripetuto utilizzo che ha relegato la Calabria all’ultimo posto in Europa». Fin qui nessun riferimento specifico. Poi il colpo a effetto finale: «Le adesioni a un progetto – continua Occhiuto su Facebook –, e poi il voto, devono essere libere e spontanee e non frutto di coercizioni, false promesse e millanterie. Questa è soprattutto una battaglia di libertà contro le angherie, e per far superare la paura che ogni volta aleggia nell’aria quando scendono in campo questi “signori”. Ora, se si vuole il bene della Calabria, bisogna avere anche il coraggio politico di rifiutare per le elezioni regionali i voti della mafia e di Gentile. E sono sicuro che in questo modo i voti invece aumenteranno». Parallelismi pesanti, quelli di Occhiuto, che vanno ad arricchire il già ricco faldone sulle diatribe con i Gentile. Un fascicolo che ora finirà sulla scrivania di un giudice.
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it
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