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Uccise due rumeni, al via il processo abbreviato

REGGIO CALABRIA Dovrà presentarsi di fronte al gup il prossimo 20 novembre per l’inizio del procedimento con rito abbreviato che lo vede imputato Gianrocco Foti, il 38enne reggino accusato dell’omi…

Pubblicato il: 29/09/2014 – 15:08
Uccise due rumeni, al via il processo abbreviato

REGGIO CALABRIA Dovrà presentarsi di fronte al gup il prossimo 20 novembre per l’inizio del procedimento con rito abbreviato che lo vede imputato Gianrocco Foti, il 38enne reggino accusato dell’omicidio di Ioan Lacatus e Ionela Hoholea, due cittadini rumeni ritrovati morti nell’ottobre scorso nel bagagliaio di un’Alfa 156 in bilico sul pontile di San Gregorio, nella zona sud della città. Il gup Adriana Trapani ha respinto l’istanza di abbreviato condizionato allo svolgimento di una nuova perizia che vagliasse la pericolosità sociale dell’uomo, presentata oggi dai legali di Foti – gli avvocati Giovanna Cormaci e Lorenzo Gatto – ritenendo più che sufficienti quelle già presenti agli atti del procedimento.

Oltre alla perizia di parte infatti, nei mesi scorsi il gip – su istanza dei legali – ha ordinato un nuovo accertamento tecnico che ha attestato la parziale incapacità di intendere e di volere di Foti nel momento del delitto. Tutto materiale finito agli atti del procedimento insieme alle risultanze di indagine, come alla confessione che lo stesso 38enne ha finito per rendere quando gli investigatori hanno stretto il cerchio attorno a lui. Nell’ottobre scorso, in meno di 12 ore, gli uomini della Questura sono riusciti a ricostruire quella che il dirigente della sezione Reati contro la persona, Gianluca Rapisarda, aveva definito una «storia di ordinaria follia». Considerato da amici e conoscenti, un uomo normale, con una vita e una famiglia normale, Foti in realtà per mesi avrebbe intrattenuto una storia clandestina con una prostituta rumena che gli avrebbe spillato circa 25mila euro, per poi sparire nel nulla. Soldi che il 38enne avrebbe tentato di recuperare, rivolgendosi a Lacatus. Richieste reiterate, ma regolarmente ignorate fino a quando il 38enne reggino non riesce a strappare la promessa della restituzione del denaro. A Foti viene dato un appuntamento di sera, in una zona isolata, nei pressi del pontile di Arangea, alla periferia sud della città, per vedersi restituiti quei 25mila euro. Ma offerta e rassicurazioni di Lacatus non tranquillizzano Foti che a quell’appuntamento si presenta armato. Stando a quanto ha confessato agli investigatori, che nel giro di poche ore sono arrivati a lui, l’uomo avrebbe reagito a un vero e proprio agguato. Ad aspettarlo sul pontile ci sarebbe stato infatti non solo il 28enne rumeno che lì lo aveva convocato, ma anche tre suoi connazionali che lo avrebbero aggredito. Per questo avrebbe aperto il fuoco contro Lacatus e la Hoholea, la donna 35enne, colpevole solo di trovarsi nel posto sbagliato in compagnia della persona sbagliata.
A mettere gli agenti sulla pista giusta, rivelando che Lacatus in passato era stato oggetto di minacce, è stato il fratello dell’uomo, che ha indicato senza timori Foti. Un nome finito da subito nella rosa dei sospetti, confermata dalla perquisizione che ha permesso di accertare la compatibità dell’arma regolarmente denunciata dall’uomo, dalla quale – hanno accertato gli investigatori – mancano 5 colpi. Esattamente lo stesso numero di quelli che hanno stroncato Lacatus e la Hoholea. Un elemento che insieme al risultato del confronto fra i bossoli ritrovati nell’auto e le cartucce esplose dalla pistola dell’uomo, ha definitivamente inchiodato Foti, che dopo essere stato fermato non ha potuto far altro che confessare.

Adesso toccherà al gup decidere se e in che misura il 38enne fosse o sia in grado di intendere e di volere nel momento in cui ha puntato la pistola contro i due rumeni e soprattutto come e in che misura questo possa permettergli di dribblare una pesante condanna all’ergastolo per omicidio.

 

Alessia Candito

a.candito@corrierecal.it 

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