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Corruzione elettorale, nuovi guai per Nucera

REGGIO CALABRIA Prima che la legislatura regionale finisca, rischia di esserci un nuovo imputato per corruzione elettorale a Palazzo Alemanni. Nei giorni scorsi, il pm Stefano Musolino ha fatto not…

Pubblicato il: 01/10/2014 – 7:28
Corruzione elettorale, nuovi guai per Nucera

REGGIO CALABRIA Prima che la legislatura regionale finisca, rischia di esserci un nuovo imputato per corruzione elettorale a Palazzo Alemanni. Nei giorni scorsi, il pm Stefano Musolino ha fatto notificare l’avviso di conclusione delle indagini al segretario questore del consiglio regionale, Gianni Nucera, già nei mesi scorsi al centro della bufera – e sotto indagine – per le accuse di corruzione elettorale emerse nel corso del dibattimento al processo “Alta Tensione 2”. Un avviso notificato anche a Giuseppe Condemi, padre di due degli imputati nel procedimento – i fratelli Filippo e Domenico Condemi – che con le sue rivelazioni ha messo nei guai il politico, rivelando in aula: «Nel 2000 Nucera venne a chiedermi appoggio elettorale (…) ho sempre fatto politica e non ho mai voluto niente ma con Nucera ho parlato chiaro: io ti aiuto ma devi considerare che ho due figli. Nei prossimi cinque anni un posto, un qualcosa. Sono passati 5 anni, poi ne sono passati altri cinque e siamo arrivati a dieci. Ma da Nucera non ho avuto niente». Un quadro inquietante quello denunciato in aula da Condemi che aveva portato all’apertura di un fascicolo a carico di Condemi, come del politico – entrambi accusati di concorso elettorale – e che nel corso del dibattimento si è andato via via aggravando anche grazie alle testimonianze di quanti sono stati chiamati a deporre in aula.

LE ACCUSE DELL’EX PUPILLO
Di certo, ha contribuito non poco a mettere nei guai il suo ex mentore, l’ex assessore comunale Pino Plutino, oggi alla sbarra al processo Alta tensione 2 perché considerato uomo del clan Caridi nelle istituzioni, anche grazie a quanto denunciato proprio da Nucera. Il segretario questore aveva infatti accusato Plutino di aver fatto da mediatore fra lui e i suoi cugini, i fratelli Condemi, per l’assunzione di un membro della famiglia. Una trattativa con cui Plutino ha sempre affermato di non avere nulla a che fare, sottolineando come i rapporti di Nucera con i suoi cugini fossero precedenti al tandem politico che lo ha legato per anni all`attuale segretario questore del consiglio regionale. «Ritengo che Nucera mi abbia calunniato – aveva detto Plutino in aula nel corso del suo esame –, sono sempre più convinto che abbia detto un sacco di bugie e che si facesse scudo di me per coprire il suo rapporto diretto con la famiglia Condemi. Con i Condemi, Nucera ha un rapporto personale e ancora più antico». Una circostanza che Nucera ha sempre smentito, presentandosi tanto in sede di indagine come in dibattimento come una vittima delle pressioni tanto di Plutino, come della famiglia Condemi ed in particolare di Domenico, definito in pubblica udienza «particolarmente violento ed esuberante». In sintesi, «temevo ripercussioni per la mia famiglia, sia di ordine psicologico, sia per il fatto che Domenico potesse reagire in maniera non adeguata», spiegherà di fronte al Tribunale il consigliere regionale, che arriverà a puntare il dito contro i fratelli Condemi per quella tanica di benzina che qualcuno avrebbe lasciato sulla sua auto con un chiaro intento intimidatorio.

I FRATELLI CONDEMI CONFERMANO “NUCERA, UNO DI FAMIGLIA”
Affermazioni smentite nel corso del dibattimento tanto da Plutino, come dai fratelli Condemi. «Nucera ha detto di essere intimorito da me, ma vorrei chiedergli se aveva la stessa paura quando andavamo a braccetto a chiedere i voti in tutta San Giorgio Extra» ha detto Domenico nel corso delle lunghe, stentate ma pesantissime dichiarazioni spontanee che ha chiesto e ottenuto di fare al processo che lo vede imputato. Altrettanto pesante e preciso è stato il fratello Filippo che nel corso della stessa udienza ha dichiarato che «con Nucera abbiamo rapporti diretti dal 2000. Abbiamo fatto tutte le campagne elettorali per lui, a spese nostre», ma soprattutto che l’ex segretario è stato per lungo tempo una presenza fissa anche nella vita quotidiana della famiglia. «È venuto al mio matrimonio, è rientrato da Roma per la morte di mia madre, è venuto al funerale di uno zio», sottolinea Condemi, senza tralasciare quel viaggio a Cosenza fatto assieme all’onorevole «per avere luce sul progetto che avevo presentato».

COLLABORATORI E STAFF DEL POLITICO CONFERMANO LE ACCUSE
Ma a confermare in aula la vicinanza del segretario questore alla famiglia Condemi erano stati anche alcuni collaboratori dello stesso consigliere regionale, come Giuseppe D’Accunto – ascoltato in aula come testimone – che alle domande delle difese ha risposto chiaramente: «I Condemi hanno sempre appoggiato Nucera, lo hanno sempre fatto negli anni». E con i Condemi, ha confermato il testimone, i rapporti erano consolidati, tanto che sarebbe stato proprio il consigliere regionale a supportare Filippo in una richiesta di finanziamento per la sua ditta. Saranno invece il cugino di secondo grado dell’ex assessore, Domenico Plutino, e Carmelo Zindato a puntualizzare lo storico – a loro dire – sostegno elettorale che i Condemi hanno sempre fornito all’attuale segretario questore. Un quadro in seguito confermato anche da Giuseppe Nucera, ex componente della segreteria politica dell’attuale segretario questore, Gianni Nucera, nonché candidato nelle sue liste nel 2011.

GUAI ANCHE PER LO STAFF?

Rispondendo alle domande del pm Stefano Musolino e delle difese, il testimone ha riferito di aver ascoltato personalmente consigliere regionale prendere accordi con Giuseppe Condemi, cui aveva promesso una “sistemazione” per uno dei figli, in cambio dell’appoggio elettorale. Ma questa – ha affermato il testimone – non era che una delle tecniche utilizzate per raccogliere consensi. Stando a quanto dichiarato da Giuseppe Nucera, infatti, all’interno della segreteria del politico sarebbe esistita una «struttura organizzativa» mirata all’organizzazione di quelle che venivano definite «attività sociali», ma in realtà sarebbero state occasioni per raccogliere i desiderata e i problemi degli abitanti delle case popolari, ovviamente – afferma il teste – in seguito ricontattati a ridosso delle elezioni. Un’affermazione che si incastra con quanto in precedenza riferito da un altro teste, Domenico Costantino, dal 2006 al 2008 impiegato nella segreteria politica di Nucera, che qualche mese fa in aula ha dichiarato: «All’epoca, io ero nello staff di Nucera e mi occupavo delle questioni relative all’assegnazione delle case popolari come responsabile dell’Amia. Una serie di assegnatari venivano alla segreteria a chiedere assistenza, ma non tutti erano iscritti all’Amia». Dichiarazioni che all’epoca avevano fatto drizzare le orecchie al pm Stefano Musolino, che da Costantino ha voluto sapere se a questo «servizio», offerto dallo staff dell’onorevole Nucera, corrispondessero poi delle specifiche richieste di voto. Una domanda precisa, che ha ottenuto risposte vaghe fino a quando Costantino non si è lasciato strappare «presumo di sì, anche se non ho elementi per confermarlo. Era un’attività politica». Tutte circostanze oggi confluite nel procedimento stralcio a carico del segretario questore e che oggi rischiano di mettere nei guai anche il suo storico capo struttura, Giovanni Suraci, stando a indiscrezioni anche lui destinatario di un avviso di conclusione indagini per la medesima fattispecie di reato oggi contestata a Nucera.

 

Alessia Candito

a.candito@corrierecal.it

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