CATANZARO Giornata di protesta in tutta la Calabria per tutti i lavoratori precari Lsu-Lpu, ex articolo 7 e percettori di ammortizzatori sociali in deroga in Calabria. La mobilitazione è stata organizzata unitariamente da Cgil, Cisl e Uil. Bloccata, a Cosenza, la strada di accesso allo svincolo di Cosenza sud dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria. Gli automobilisti sono costretti, con pesanti ripercussioni in città, a ripiegare su Cosenza Nord per potersi immettere sull’arteria (foto).
Circa 400 sono i lavoratori in mobilità in deroga hanno manifestato a Catanzaro davanti all’assessorato regionale al Lavoro dove hanno bloccato via Lucrezia della Valle, arteria di collegamento con il centro cittadino, creando disagi al traffico veicolare. I manifestanti hanno chiesto e ottenuto di incontrare l’assessore regionale al Lavoro Nazzareno Salerno, per discutere delle mensilità arretrate che non vengono loro erogate dal mese di luglio. «Siamo qui – spiegano i lavoratori – non solo per gli arretrati che ci devono, ma anche perché non vediamo un reale impegno da parte dei politici a risolvere la situazione. A breve non avremo nemmeno i soldi della mobilità e saremo in mezzo a una strada».
La protesta si è conclusa dopo un incontro in prefettura. Alla riunione, oltre al prefetto del capoluogo Raffaele Cannizzaro, hanno partecipato i segretari segretari generali calabresi Michele Graviano (Cgil), Paolo Tramonti (Cisl) e Santo Biondo (Uil) e l’assessore regionale al lavoro Nazzareno Salerno. Il prefetto Cannizzaro, dopo essere stato ragguagliato dai suoi colleghi di Reggio e Cosenza, sulla situazione venutasi a creare nelle altre due città sedi della protesta ha esposto la situazione al ministro dell’Interno Angelino Alfano attivandosi per ottenere una incontro a breve. Anche i sindacati, a livello confederale, sono stati interessati perché possa aversi a breve questo incontro con l’apertura di un tavolo tecnico sui problemi del precariato. A conclusione della riunione è emerso che entro la fine della prossima settimana potranno essere effettuati i pagamenti di due mensilità per i lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità e per i precari legge 8, legge 15 e legge 28. «Abbiamo rappresentato al prefetto la situazione di queste ore – ha detto il segretario generale della Uil calabrese, Biondo – e, soprattutto, la gravità della situazione degli ammortizzatori sociali in deroga. Il bacino è consistente, si parla di 26 mila persone, ed è anche in progress dal momento che se la Calabria non riparte c’è il rischio che si allarghi ancora. C’è una cabina di regia in Calabria che, fino ad oggi, non ha detto nulla: credo che Renzi stia realizzando in Calabria la più grande contraddizione tra il dire e il fare che non combaciano mai. È ora che i calabresi, ma anche gli italiani si sveglino rispetto a questa situazione. Non siamo contro Renzi, non abbiamo colore politico e non apparteniamo ai gufi. Noi, al contrario, ci auguriamo che faccia le cose, che le faccia sul serio e, per la Calabria, che le faccia in fretta». In precedenza, i vertici sindacali calabresi hanno incontrato l’assessore regionale Salerno. «La responsabilità – ha sostenuto Salerno – non è della Regione, ma del governo che non fa la sua parte scaricando sulla Regione tutta la responsabilità. Abbiamo fatto tutto quello che abbiamo potuto per risolvere l’emergenza. Ora tocca a loro».
A Reggio, in centinaia hanno manifestato davanti alla Prefettura e sulla via Marina (foto sotto) avanzando le stesse istanze: liquidazione delle spettanze e politiche attive del lavoro.
Il Lungomare Matteotti è stato paralizzato per tutta la mattinata nelle due direzioni di marcia da diversi presidi, con autobus in coda abbandonati dai passeggeri che a malincuore si sono rassegnati al blocco stradale, traffico in tilt nelle vie laterali. «Pretendiamo la misera paga che ci spettare il lavoro che fino a ora abbiamo fatto e che aspettiamo da mesi», hanno spiegato dal presidio. «Altro che 80 euro – hanno urlato – qui non vediamo neanche i soldi della mobilità. È da maggio che non ci pagano». E ancora: «Non siamo qui per chiedere l’elemosina ma per pretendere che vengano rispettati i nostri diritti alla retribuzione e al lavoro». Lavoro che rimane un’incognita per i lavoratori oggi in piazza, che dal governo regionale pretendono risposte certe sul proprio futuro. Come più volte promesso nei mesi scorsi, gli lsu/lpu pretendono l’inserimento nei programmi di avviamento al lavoro e riqualificazione delle maestranze più volte annunciati, ma mai realmente avviati – sottolineano – dalla Regione Calabria.
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