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Regionali, centrodestra nel caos

LAMEZIA TERME La road map è ormai tracciata. Il centrodestra sceglierà il suo candidato presidente subito dopo le primarie del 5 ottobre, verosimilmente entro il 7. Una mossa che dovrebbe permetter…

Pubblicato il: 01/10/2014 – 13:46
Regionali, centrodestra nel caos

LAMEZIA TERME La road map è ormai tracciata. Il centrodestra sceglierà il suo candidato presidente subito dopo le primarie del 5 ottobre, verosimilmente entro il 7. Una mossa che dovrebbe permettere di individuare la personalità con più chance di contrastare il vincitore del centrosinistra, Gianluca Callipo o Mario Oliverio (le possibilità di successo del vendoliano Giannetto Speranza sembrano ridotte al lumicino). «A Roma stanno cercando un criterio oggettivo e le giuste motivazioni politiche, prima di operare una decisione», confessa uno dei maggiorenti calabresi di Forza Italia. Il tempo a disposizione è poco, quando siamo a meno di due mesi dalle elezioni del 23 novembre. Ma più che il candidato governatore, a preoccupare maggiormente sono le tensioni che in queste settimane agitano fortemente la coalizione del post-Scopelliti.

 

TENSIONI E CANDIDATI
Il coordinatore di Ncd Tonino Gentile e l’omologa di Fi Jole Santelli sono ai ferri corti. Al senatore cosentino non sono andate giù le aperture della berlusconiana nei confronti dell’area che fa capo all’ex presidente della Regione. Scopelliti sta infatti cercando di dispiegare tutta la sua potenza di fuoco elettorale in una lista civica in cui far confluire i consiglieri regionali uscenti rimastigli “fedeli” (come Orsomarso e Salerno), più amministratori locali e personalità di rilievo della cosiddetta società civile. La Santelli sembra aver dato il suo placet a una simile soluzione, per il forte disappunto di Gentile. Che adesso spinge affinché il Coordinamento romano per le candidature voluto da Berlusconi imponga il veto sulla riproposizione dei consiglieri uscenti nelle civiche.
Pare che il coordinatore alfaniano abbia incassato il primo sì di peso a questa soluzione: quello del presidente della “cabina di regia”, Altero Matteoli, deciso ad andare incontro alle richieste di Ncd e dell’altro alleato, l’Udc di Lorenzo Cesa. Se l’accordo dovesse divenire definitivo, per gli scopellitiani in cerca di una poltrona sarebbero dolori. Agli stessi Orsomarso e Salerno (che la scorsa settimana si sono autosospesi da Ncd) rimarrebbero poche alternative: ricandidarsi sotto le insegne alfaniane (dopo l’imprimatur, non scontato, di Gentile) oppure cercare un altro posto al sole, tipo Fratelli d’Italia. Ma non è detto che gli Scopelliti boys non riescano a completare per tempo l'”operazione Lassie”, ovvero il gran ritorno in Forza Italia. La Santelli, anche in questo caso, sarebbe concorde, ma deve fare i conti con i veti interni al suo partito. In particolare quelli del capogruppo in Consiglio Ennio Morrone, dell’assessore Giacomo Mancini jr e del consigliere Giuseppe Caputo, ostili alla possibilità di riaccogliere i figliol prodighi dell’ex governatore.

 

GRANE PER JOLE
Ma per la coordinatrice azzurra le grane non sono finite. All’interno del partito, soprattutto tra i principali esponenti del Reggino, sono sempre più forti i malumori per le strategie messe in campo dalla Santelli. L’area raffian-fotiana, per fare un esempio concreto, non avrebbe per nulla gradito le trattative avviate con Scopelliti, a scapito del rapporto – ritenuto molto più vantaggioso dal punto di vista elettorale e programmatico – con l’Ncd. «Jole – sussurrano i più critici – è riuscita a rompere un’alleanza importante». Stando a quanto trapela da ambienti cosentini, Gentile sarebbe infatti anche disposto a lasciare la coalizione se – con l’aiuto della Santelli – i consiglieri rimasti senza partito dovessero trovar posto in liste che potrebbero affievolire il peso elettorale del Nuovo centrodestra. Il destino della Santelli sembra comunque legato a doppio filo all’esito delle regionali. Un risultato al di sotto delle aspettative darebbe vigore alle istanze di tutti i notabili rimasti delusi per la gestione del partito. E non sarebbe escluso un cambio al vertice di Fi Calabria e neppure l’ipotesi di un commissariamento del partito.

 

IL CANDIDATO
I dubbi che costellano il cammino verso le regionali non sono finiti. Resta la domanda più importante: chi sarà il candidato presidente? In prima fila c’è sempre Wanda Ferro, tallonata sia da Mancini jr sia da Peppe Raffa. «Sono tutti e tre in pista con pari dignità – rivela un altro esponente di Fi –. L’obiettivo è raggiungere la sintesi meno dispersiva, quella che possa ottenere il maggior numero di consensi». La riserva potrebbe essere sciolta già lunedì o martedì prossimi. Anche se c’è chi – come il consigliere rossanese Caputo – prova a sbarrare la strada alle velleità dell’ex governatore: «Scopelliti continua a stringere in un abbraccio mortale la discussione sul candidato presidente. Dovrebbe invece sentire il dovere di tacere dopo i danni causati alla Calabria. E il centrodestra deve prendere le distanze dal suo operato».
Intanto, cominciano a trapelare i primi nomi che andranno a comporre le liste azzurre nel Cosentino. Della partita dovrebbe essere anche Giuseppe Graziano, già direttore generale del dipartimento regionale Ambiente.

 

Pietro Bellantoni

p.bellantoni@corrierecal.it

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