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Un pentito racconta la vendetta dei Giampà

CATANZARO Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Giuseppe Giampà hanno portato a individuare gli autori materiali e i mandanti dell’omicidio di Francesco Zagami, avvenuto il 24 gennai…

Pubblicato il: 02/10/2014 – 6:25
Un pentito racconta la vendetta dei Giampà

CATANZARO Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Giuseppe Giampà hanno portato a individuare gli autori materiali e i mandanti dell’omicidio di Francesco Zagami, avvenuto il 24 gennaio 2005 a Lamezia Terme, nell’ambito di una faida tra cosche della ‘ndrangheta. Per l’omicidio stamane gli agenti della squadra mobile di Catanzaro hanno notificato in carcere un’ordinanza di custodia cautelare a Vincenzo Bonaddio, di 65 anni, Aldo Notarianni (49), Maurizio Molinaro (31) e Domenico Giampà (33), già detenuti per altri reati.

L’omicidio, secondo la ricostruzione degli investigatori, era finalizzato all’annientamento della cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri da parte del gruppo avversario dei Giampà. Le dichiarazioni del pentito Giuseppe Giampà hanno trovato riscontro anche nelle testimonianze di Maurizio Molinaro e Domenico Giampà. L’accusa sostiene che l’esecutore materiale dell’omicidio sarebbe stato Aldo Notarianni il quale era in compagnia di Domenico Giampà mentre gli altri due arrestati si sarebbero occupati di prelevare i killer e di altre attività collaterali all’omicidio.

Il Questore di Catanzaro, Vincenzo Carella, ha evidenziato che «la squadra mobile è riuscita a scoprire un grave fatto di sangue avvenuto nel 2005 a Lamezia Terme. L’impegno e il lavoro della squadra mobile è costante». Il Procuratore della Dda del capoluogo, Vincenzo Antonio Lombardo, ha ricordato che «con questa operazione riempiamo l’associazione anche di reati specifici come gli omicidi. Tra gli arrestati manca Giuseppe Giampà che è pentito e ci ha aiutato a scoprire questi fatti». Il dirigente della squadra mobile, Rodolfo Ruperti, ha ricordato come «l’omicidio di Zagami fu deciso dalla “commissione” che operava a Lamezia Terme. È un delitto importante sul quale siamo riusciti a fare luce grazie a un lavoro costante e preciso di tutto il personale della squadra mobile».

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