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La denuncia: il percolato della discarica arriva al torrente

La denuncia è stata già presentata ai carabinieri, al Noe, alla Procura di Cosenza e al Corpo forestale dello Stato. A firmarla sono gli attivisti del Comitato ambientale Presilano che, nella matti…

Pubblicato il: 04/10/2014 – 10:45
La denuncia: il percolato della discarica arriva al torrente

La denuncia è stata già presentata ai carabinieri, al Noe, alla Procura di Cosenza e al Corpo forestale dello Stato. A firmarla sono gli attivisti del Comitato ambientale Presilano che, nella mattinata di ieri, hanno documentato con diverse fotografie e con un video come i terreni che circondano la discarica di Celico, in particolare in contrada San Nicola, siano inquinati da un liquido nero per nulla rassicurante che sembrerebbe proprio percolato. Ieri mattina, durante una passeggiata lungo la strada che porta alla discarica, alcuni membri del Comitato hanno visto due operai che con dei mezzi meccanici eseguivano lavori nei pressi della zona a valle della vecchio sito (So.Ge.d.), chiuso nel 2003. «La scena che si è presentata davanti ai loro occhi – si legge in una nota degli ambientalisti – è stata incredibile. Gran parte della sede stradale era ricoperta di fango misto a percolato. I sassi contenuti nelle gabbie d’acciaio, che fungono da diga per trattenere 107mila metri cubi di rifiuti sversati negli anni, sono per lo più inzuppati e palesemente anneriti dalle infiltrazioni e adesione del percolato. È ovvio che il liquido nero, anche attraverso le cunette, scendendo a valle confluisce, con tutta la sua tossicità, verso il torrente Cannavino, le falde acquifere e le terre coltivate. Per l’ennesima volta – osservano gli attivisti – semplici cittadini si vedono costretti a supplire all’assenza delle istituzioni preposte alla tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente.
I contributi digitali diffusi dal Comitato – è la loro conclusione – non fanno altro che evidenziare come la zona di contrada San Nicola abbia subito negli anni interventi che l’hanno deturpata e che pertanto è necessario una immediata caratterizzazione dell’area e un serio intervento di bonifica, nonché l’immediata sospensione di tutte le attività che determinano e potrebbero determinare un ulteriore aggravio della devastazione ambientale in corso».

s.pel.

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