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Il dialogo Pd-Udc mette in fuga Sel

di Antonio Ricchio   In politichese, certo, ma pur sempre di un avvertimento si tratta: se il Pd si allea in Calabria con l’Udc, Sel è pronta a rompere il patto con il centrosinistra. A tre gi…

Pubblicato il: 08/10/2014 – 16:34
Il dialogo Pd-Udc mette in fuga Sel

di Antonio Ricchio

 

In politichese, certo, ma pur sempre di un avvertimento si tratta: se il Pd si allea in Calabria con l’Udc, Sel è pronta a rompere il patto con il centrosinistra. A tre giorni delle celebrazione delle primarie i vendoliani sono pronti a puntare i piedi nel caso in cui Mario Oliverio dovesse dare corpo all’idea di siglare un’intesa con i centristi di Cesa. In realtà l’idea è osteggiata anche da una parte del Pd. I renziani calabresi (a proposito, una domanda: al Nazareno hanno lo stesso orientamento?) sono pronti alle barricate e le dichiarazioni del segretario Ernesto Magorno e del candidato sconfitto alle primarie Gianluca Callipo non fanno presagire nulla di buono. Quest’ultimo si è scagliato contro Michele Trematerra, ricordando il coinvolgimento dell’assessore regionale in un’inchiesta condotta dalla Dda di Catanzaro – per amore della verità va detto che siamo ancora in una fase iniziale del procedimento e, dunque, ogni accusa deve trovare riscontro – ma ricevendo come risposta un’accusa che, se fondata, non può far sorridere Callipo e i suoi sostenitori.

Spiega Trematerra: «Il candidato dei renziani non vuole allearsi con noi ma due giorni prima delle primarie mi ha chiamato per chiedermi di sostenerlo». Il giovane sindaco di Pizzo afferma che non c’è nulla di vero in tale ricostruzione ma qualche ombra resta. Ciò che non muta è la sostanza del ragionamento dei maggiori dirigenti di Sel. Mario Melfi e Gianni Speranza rilevano una dicotomia nelle intenzioni del Pd di volere «ricostruire la Calabria dopo i disastri del centrodestra» e il voler stringere accordi con chi «Scopelliti l’ha sostenuto incondizionatamente nel corso di questi anni». Oliverio, dunque, deve prestare molta attenzione all’aut aut che arriva dai vendoliani. Il rischio è che si possa aprire una frattura a sinistra del Pd, con la conseguente dispersione di consensi che al centrosinistra sono necessari per evitare brutte sorprese.

Sull’altro versante, invece, le novità attese non sono arrivate. Tutto ruota attorno alle mosse del Nuovo centrodestra. La bagarre al Senato sul jobs act ha determinato uno slittamento in avanti delle decisioni che andavano prese. Ma il tempo stringe e Tonino Gentile non vuole farsi trovare impreparato. Il coordinatore degli alfaniani anche oggi si è lungamente confrontato con Gaetano Quagliariello. La linea resta sempre la stessa: Ncd è disposta a un accordo con Forza Italia e gli altri partner del centrodestra ma solo su scala nazionale. Niente intese a macchia di leopardo, insomma. «Il pacchetto – scherza Gentile – o si prende tutto oppure lo si lascia completamente». Più che sulla Calabria le difficoltà si registrano in Emilia Romagna dove la Lega Nord ha puntato i piedi sulla presenza in coalizione degli alfaniani. Le prossime ore saranno quelle decisive. Quagliariello, da politico navigato, non esclude nessuno scenario, nemmeno quello di un accordo con il Pd.

Gentile tuttavia è convinto di portare a casa il risultato, ottenendo da Forza Italia  – che ha ufficializzato martedì la candidatura di Wanda Ferro – anche la garanzia dello stop ai consiglieri regionali che vogliono tentare la riconferma all’interno di liste civiche. Dietro tale strategia c’è la volontà di bloccare sul nascere ogni tentativo di risalita di Scopelliti e dei suoi fedelissimi. Dal canto suo l’ex governatore ragiona come battitore libero e non più da dirigente del Nuovo centrodestra. Il suo unico obiettivo, almeno in questa fase, è quello di indebolire Ncd in Calabria e dimostrare che Gentile non è in grado di esercitare la leadership che gli è stata assegnata da Alfano e Quagliariello. Non si tratta di un compito facile considerato che alcuni tra i parlamentari a lui più vicini – su tutti Giovanni Bilardi e Nico D’Ascola – si sono già chiamati fuori, assicurando a Gentile sostegno sulla linea politica intrapresa. 

Twitter: @AntonioRicchio

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