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Il conflitto d'interessi del dg

REGGIO CALABRIA Quante stranezze, all’Asp di Reggio. Molte riguardano l’attuale direttore generale “facente funzioni” Ermete Tripodi, a cui di recente è stato rinnovato un contratto come primario d…

Pubblicato il: 09/10/2014 – 9:53
Il conflitto d'interessi del dg

REGGIO CALABRIA Quante stranezze, all’Asp di Reggio. Molte riguardano l’attuale direttore generale “facente funzioni” Ermete Tripodi, a cui di recente è stato rinnovato un contratto come primario della stessa Azienda sanitaria. Il medico-manager, ex consigliere provinciale di Fi (giunta Fuda), non avrà problemi di collocazione professionale una volta smessi i panni di dg. Lo scorso 24 settembre il suo predecessore, Franco Sarica, gli ha infatti prorogato di tre anni il contratto di direttore della struttura Riabilitazione cardiologica dell’ospedale di Polistena. Tripodi, in quel preciso momento, è in aspettativa non retribuita perché è contestualmente direttore sanitario dell’Asp guidata da Sarica. Che, pochi giorni dopo, è costretto a lasciare la poltrona di commissario straordinario in seguito all’intervento dell’altro commissario, il capo della Sanità Luciano Pezzi. Il generale della guardia di finanza, non appena ottiene l’incarico, mette in moto la procedura per revocare le nomine dei manager scelti “illegittimamente” dalla giunta regionale, tra cui quella di Sarica.
Pezzi si attiene alle indicazioni dell’Avvocatura dello Stato e assegna la reggenza delle Aziende ai direttori amministrativi e sanitari “anziani”. All’Asp 5 tocca quindi al ds Tripodi, che in precedenza aveva ottenuto la proroga al suo “primariato” da Sarica. L’ex commissario decide di rinnovargli l’incarico in seguito ai giudizi positivi espressi dai cosiddetti “valutatori di prima e seconda istanza”. Il primo report sull’attività di Tripodi è firmato dal direttore del dipartimento Area ospedaliera, Domenico Calabrò, che usa parole al miele per descrivere l’attività di Tripodi, che è al tempo stesso un suo “sottoposto” (in quanto primario) e il suo capo (in quanto direttore sanitario). «Questa direzione – scrive Calabrò – esprime giudizio eccellente» nei confronti di Tripodi. Un parere forse non del tutto “disinteressato”, dato che la nomina di Calabrò quale direttore del Dao era stata firmata dallo stesso Tripodi ai tempi in cui era ds, unitamente a Sarica e al direttore amministrativo Vincenzo Scali.
Ma la valutazione di Calabrò non basta. Per il rinnovo del contratto Tripodi ha bisogno del giudizio positivo da parte del secondo collegio tecnico. E chi è il presidente di questo nuovo organismo di valutazione? Sempre Calabrò, che non può certo smentire se stesso. Infatti il collegio «approva la proposta di valutazione favorevole nei termini formulati dal primo valutatore». Calabrò, appunto. Che è a un tempo controllore e controllato, in un evidente conflitto d’interessi nel quale a recitare la parte del leone è sempre Tripodi.
Il cardiologo forzista è una calamita di incarichi. Oggi è primario in aspettativa, direttore generale e contestualmente direttore sanitario dell’Asp, come dimostrano diverse delibere in cui la sua firma compare sotto entrambe le voci.

 

Doppia firma

 

CAPO DI UN REPARTO CHE NON C’È
Le anomalie non sono finite. Tripodi per i prossimi tre anni sarà infatti il primario di un reparto che non dovrebbe esistere. La struttura operativa complessa “Riabilitazione cardiologica” – come denunciato nelle scorse settimane dal segretario generale della Fp-Cgil, Francesco Loschiavo – «non viene contemplata» nei decreti del presidente della giunta regionale relativi al riordino delle rete ospedaliera (il 18 e il 106) e nemmeno nella delibera 479 del 2014. Un reparto fantasma su cui si concentrano altre singolarità. Ufficialmente fa parte dell’ospedale di Polistena, ma ha la sua collocazione fisica nell’ex nosocomio di Scilla. Lo “Scillesi d’America” (costruito negli anni 50 grazie alle donazioni degli emigrati) è stato riconvertito in “Casa della salute” in seguito alla riorganizzazione sanitaria voluta dall’ex governatore Scopelliti. I vecchi reparti sono stati quasi tutti dismessi, tranne quello di Tripodi. Che, una volta portato a termine l’incarico di dg dell’Asp, potrà tornare al timone della struttura scillese/polistenese. Anche grazie al sì dei suoi controllati.

 

Pietro Bellantoni

p.bellantoni@corrierecal.it

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